Postini, una vita difficile: 18 incidenti in 6 mesi E allora si torna a lezione dalla Polstrada

Parte il progetto “Guida Sicura” rivolto ai 480 operatori trevigiani di Poste Italiane 

la curiosità

Postino: qualcuno collega il mestiere al noto film di Massimo Troisi. Altri citano Bukowski, gli amanti della pittura trovano un riferimento in Van Gogh. La gran parte ricorda che suonano sempre due volte, associandoli a bici o ciclomotori muniti di cartelle traboccanti. Con il sole d’agosto o le intemperie, sfrecciano da un condominio all’altro, spesso slalomeggiando fra aiuole o auto in sosta. Sono 480 i postini trevigiani - per una percorrenza totale giornaliera di 13.500 km - e fanno capo a 185 uffici. Senza contare il personale commerciale: 50 dipendenti si spostano ogni giorno dalla sede centrale di piazza Vittoria. Un lavoro a rischio, perché “vive” sulla strada. Si faccia uso di bici, scooter o auto. Nel semestre luglio-dicembre 2018, si sono registrati in provincia 18 casi - non gravi - di incidenti in itinere. Così Poste Italiane, in sinergia con la Stradale, ha deciso di mandare a scuola i suoi dipendenti. La formazione per fare prevenzione. Un progetto nazionale - “Guida Sicura” - che ha visto ieri il primo corso a Treviso. «Il 98% degli incidenti sul lavoro in Italia si verifica in itinere e Treviso non fa eccezione», la premessa di Alessandro De Ruosi, comandante Polstrada Treviso, «Nostro compito è fare cultura, educando a una guida sicura». Il progetto scaturisce da un protocollo d’intesa con il Dipartimento di Pubblica Sicurezza del ministero dell’Interno: in Veneto le prime lezioni si sono tenute nel Veneziano, ora tocca alla Marca. «Per mezzi circolanti siamo un esercito», dice Gianfranco Bedendo, direttore provinciale Poste, «Il problema è sentito e i 18 casi del secondo semestre 2018 ricordano l’importanza della prevenzione». Oltre a De Ruosi, al primo incontro con i portalettere c’era pure Marco Sartore, medico della Questura. «Ci soffermiamo sul reato di omicidio stradale, considerato che tanti italiani non conoscono la normativa», ha rimarcato De Ruosi, «Evidenziamo i rischi connessi alla guida con alcol e droghe. Ma l’accento è posto anzitutto sulle distrazioni: la quasi metà dei sinistri mortali in provincia di Treviso si verifica per il mancato uso della cintura. Un grave problema come la velocità e il cellulare». La formazione, che la Polstrada incentiva anche nelle scuole e federazioni sportive, sta dando i suoi frutti: «La maggiore incidenza degli incidenti nel Trevigiano riguarda oggi la fascia 30-50 anni. Grazie anche ai nostri incontri, i più giovani hanno maturato una sensibilità diversa». Sensibilità che ora si cerca di accrescere nell’esercito di postini che ogni giorno attraversa la Marca. Oltre 500, contando chi opera nel commerciale. Magari costretti a battagliare con mantellina e pioggia, costretti a dribblare le auto in sosta per recapitare pacchi e raccomandate. —

Mattia Toffoletto

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