Possagno, stop alla caccia residenti contro doppiette

Il consigliere Zatta organizza la battaglia di via Serafin: raccolta firme e lettere «La Provincia non ci ascolta, ma qui ci sono specie animali da proteggere»
DeMarchi Possagno elezioni lista Possagno Viva Ivano Zatta
DeMarchi Possagno elezioni lista Possagno Viva Ivano Zatta

POSSAGNO. Raccolta firme contro la caccia in via Serafin. L’ex assessore Ivano Zatta: «Anni di proteste, ma dalla Provincia solo silenzio». La sua battaglia ha inizio nel 2014 con l’amministrazione dell’allora sindaco Gianni De Paoli. Oggetto del contendere: un’area vicinissima alle abitazione dove, secondo l’ex assessore, ora consigliere comunale di minoranza, non ci sarebbero le condizioni necessarie per consentire battute di caccia. La giunta De Paoli voleva bandire la caccia dall’intero territorio comunale, ma l’ultima parola spetta alla Provincia. E deve ancora arrivare. «Ho incontrato alcuni funzionari provinciali», spiega Zatta, «le risposte che mi hanno dato non sono mai state chiare, sempre vaghe». Nel 2010 dal Comune era partita la richiesta, protocollata in Provincia, di tutelare una parte del territorio comunale istituendo il divieto di caccia. La domanda interessava un’area compresa tra il centro abitato e la zona artigianale, a poche centinaia di metri dal museo Canova, uno dei luoghi di cultura più importanti e visitati del paese. La giunta De Paoli puntava alla salvaguardia dell’ambiente e soprattutto degli animali. E nel 2010 il comitato direttivo provinciale, davanti alla richiesta, aveva espresso un parere negativo. Gli amministratori comunali non si erano arresi e a distanza di tempo avevano inviato una nuova richiesta per il divieto di caccia. Dalla Provincia ancora una volta la risposta era stata negativa spianando così di fatto la strada ai cacciatori. La stagione della caccia in quell’area continua ancora creando molti malumori tra i residenti e tra questi c’è proprio l’ex assessore. Secondo il parere del dirigente del settore provinciale, l’area in questione «è sufficientemente ampia da permettere l’attività venatoria e la convivenza con altri usi del territorio». Per «usi del territorio» però i residenti non intendono esclusivamente la caccia, anzi. «È un’area molto particolare», spiega Zatta, «vediamo passare caprioli, aironi e altre specie animali. Purtroppo soprattutto la domenica viene invasa dai cacciatori con le loro battute». E aggiunge: «Da diverso tempo i residenti si lamentano, ora iniziano a essere insofferenti alla presenza dei cacciatori. Un’attività venatoria di questo tipo in quella zona non si coniuga con la situazione ambientale. Da qui la nuova raccolta firme e l’ennesima richiesta inviata in Provincia. Purtroppo il silenzio riservatoci evidenza che non sempre la volontà del territorio si specchia in quella della Provincia».

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