Popolo Unico riconsegna la tessera
Quale miglior momento se non le elezioni politiche per rinnegare i propri vincoli di cittadinanza con lo Stato?
Venerdì scorso si sono presentati in Piazzetta Teatro a Mogliano, all’ufficio anagrafe, e hanno riconsegnato la loro tessera elettorale chiedendo subito dopo di farsi protocollare le proprie autocertificazioni di “Esistenza in vita” e “Legale rappresentanza”. E così un gruppo di attivisti del Popolo Unico ha bloccato per oltre un’ora le attività dell’ufficio elettorale del municipio. Tanto che è stato necessario l’intervento della polizia locale.
Un botta e risposta che ha contrapposto il malcapitato funzionario della pubblica amministrazione ai convintissimi promulgatori di una originale «dottrina legalitaria». E si teme che oggi analoghe rivendicazioni abbiano sede anche davanti alle urne, col rischio di frenare le attività di voto.
L’incidente dell’altro ieri, intanto, ha avviato una serie di indagini e non è escluso che i diretti interessati, per il loro atteggiamento, vengano denunciati per interruzione di pubblico servizio. Proprio in concomitanza con l’espressione simbolo di una democrazia e dei rapporti tra lo Stato e i cittadini, il voto, c’è dunque chi ha deciso di rivendicare, in base al principio definito della “Legale Rappresentanza”, la propria estraneità alle regole.
Cittadini del mondo o furbetti che non vogliono pagare le tasse? Fini pensatori di un nuovo umanesimo panglobale o nuovi figli della post-verità? Cugini dei no-vax? Nipoti delle scie chimiche? Coloro che partecipano a questo filone del Popolo Unico, da qualche anno si aggregano attraverso la rete di internet. Il ruolo di guru è di Valeria Gentili. Non si definiscono associazione, né setta, né religione, né azienda, ma una semplice aggregazione di persone che «intende rimodellare il sistema» ispirandosi alla “Dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo” del 1948 e successivi trattati (Roma 1950, Legge 881/77, Carta di Nizza e di Venezia). Fanno valere le proprie ragioni allo sportello in forza dell’articolo 74 del Dpr 445 del 2000. Alla prefettura di Treviso conoscono bene questo problema ed è già stato emanato un ordine di servizio interno che punta a bloccare questo genere di iniziative. Il rischio, per chi aderisce, è di perdere la proprietà casa e la patente, oppure di essere denunciati.
Matteo Marcon
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