Ponte della Priula, lavori non pagati. Le ditte avanzano ancora due milioni

Alta tensione dopo il cantiere sul Piave, l’appaltatrice Carena non ha saldato tutti i conti con le imprese locali
Borin Ponte Della Priula ponte restaurato sul fiume Piave
Borin Ponte Della Priula ponte restaurato sul fiume Piave

TREVISO. Il Ponte della Priula è stato riaperto il 21 giugno in pompa magna ma oggi, a distanza di tre mesi dall’inaugurazione a cui parteciparono anche il ministro Toninelli, Zaia, sindaci e responsabili Anas, si scopre che mancava e mancano ancora all’appello i soldi. Le imprese trevigiane che hanno realizzato l’opera non sono state saldate nonostante Anas abbia regolarmente pagato tutte le lavorazioni per l’opera. Tutti gli occhi sono puntati sull’anello centrale della catena: Carena Impresa Costruzioni, la società che nel 2015 ha vinto l’appalto milionario con un supersconto del 40%.. lavori fatti, non pagati

Il maxi cantiere è iniziato nel maggio 2018 a seguito di una gara d’appalto da 11 milioni di euro che Anas lanciò nel 2015 affidando l’appalto (non senza ricorsi) alla società genovese Carena, in concordato dal novembre 2014. Reduce da una grave crisi societaria, la storia impresa genovese con appalti in mezza Italia aveva appena iniziato a rimettersi in corsa e la vittoria del grande cantiere trevigiano sarebbe stata un’ottima credenziale (di qui i forti ribassi).

Vinto l’appalto, Carena si è rivolta in loco per eseguire i lavori ribassati a quasi 7 milioni. Diversi i “fornitori” individuati, tra cui due note aziende edili della provincia che da maggio 2018 hanno iniziato a lavorare chiudendo l’intervento a inizio estate quando Anas, per sua stessa ammissione, ha staccato l’ultimo degli assegni fatti secondo lo “stato avanzamento lavori”. Conto saldato? Non del tutto, visto che ad oggi per chiudere il capitolo di bilancio relativo al Ponte mancano all’appello ancora 700 mila euro circa di opere accessorie, ovvero inserite nel bilancio dell’intervento in corso d’opera (parapetti, viabilità accessoria, ...). Ma i soldi versati da Anas ad oggi non sono arrivati tutti nelle tasche di chi li ha spesi per lavorare: mancano circa 2 milioni.

Alta tensione

«Il ponte alla fine l’hanno pagato i subappaltatori» si lamenta uno di questi che attende ancora centinaia di migliaia di euro. Idem un altro imprenditore che avanza oltre un milione. Sono passati oltre 90 giorni, e se «Anas ha pagato in base allo stato avanzamento lavori», come specifica (quindi, ragionevolmente, fino alla riapertura completa del ponte), che è successo? Il faro punta Carena che proprio ieri sulle pagine del giornale “Vivere Ascoli” era oggetto dei dubbi del forzista Pietro Celani, vice presidente del consiglio regionale delle Marche, che si domandava come mai fossero fermi i lavori della Galleria Montecastello, affidati proprio da Anas alla Carena.

Timori del fallimento

C’è chi teme che la società genovese sia nuovamente in crisi, e che «più che il concordato rischi il fallimento», il che lascerebbe col cerino in mano le imprese trevigiane. Da quanto trapela pare che in questi giorni Carena e Anas stiano discutendo un piano economico per chiudere vecchie partite legate ad altri appalti, trattativa che potrebbe blindare il futuro della società. Ma intanto i trevigiani del Ponte aspettano. —

Federico de Wolanski

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