Pompeiana “abusiva” Disabile di 36 anni sfida il Comune

Nervesa, l’amministrazione vuole farla abbattare Vania Trentin, psicologa e mamma: «Necessaria se piove»
Di Gino Zangrando
Borghesi Nervesa Valeria Trentin disabile comune vuole togliere tettoia
Borghesi Nervesa Valeria Trentin disabile comune vuole togliere tettoia

NERVESA. La tettoia che una donna disabile considera necessaria per muoversi in sicurezza per il Comune di Nervesa rappresenta un abuso edilizio. Vania Trentin, 36 anni, psicologa e madre di due bambine, è costretta a muoversi su una sedia a rotelle per un problema congenito aggravato da un successivo incidente, e si è fatta costruire una pompeiana per proteggersi dalla pioggia quando deve fare il percorso dall’auto alla casa e viceversa. Per l’ufficio tecnico l’opera è irregolare per cui va abbattuta. Lei però non ci sta. «Dal 2012 a causa di un incidente non riesco nemmeno ad alzarmi da sola usando le braccia per cui ho bisogno che mio marito mi aiuti a scendere e salire dalla carrozzina o dall’auto prendendomi in braccio» spiega Trentin che abita in una villetta a schiera a Bidasio e non ha acquistato un garage condominale perché gli spazi troppo ristretti non le consentono di muoversi con facilità. «Della pompeiana abbiamo bisogno per la nostra sicurezza. Se in quei momenti il pavimento del cortile si bagna a causa della pioggia rischiamo di scivolare e di farci male» continua la signora. Vania Trentin chiede soltanto il riconoscimento di un diritto che, secondo lei, la legge regionale 16 del 2007 le accorderebbe. Nell’agosto 2014 lei e suo marito hanno fatto eseguire l’installazione della pompeiana con altri lavori, dopo aver presentato il progetto ed avere avuto l’autorizzazione del Comune. A luglio di quest’anno però è giunta la doccia fredda. L’ufficio tecnico ha rilevato una presunte irregolarità per quanto riguarda la pompeiana , in seguito ad una segnalazione anonima. La richiesta è per l’abbattimento però vi è la possibilità di presentare prima delle controdeduzioni chiedendo la sanatoria. La risposta negativa del Comune è giunta in questi giorni. Secondo l’ufficio tecnico la legge 16 non consente deroghe agli indici stereometrici come la distanza dai confini e dalla strada. In più vi sarebbero altre irregolarità tra cui il mancato rispetto della distanza di 5 metri del portico da una proprietà confinante. Secondo Trentin invece la legge regionale, che ha come obbiettivo l’eliminazione delle barriere architettoniche, le darebbe pienamente ragione come dimostrerebbe l’ articolo 10 della disposizione legislativa. La signora per ora si limita ad esternare il suo disagio, ma in ogni caso, non sembra disposta ad piegarsi alla richiesta del Comune. Vania Tretin sta valutando infatti la possibilità di ricorrere al tribunale amministrativo regionale.

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