Piscine, acque non a norma

Le analisi fatte dall'Usl 7 nel 2010 bocciano gli impianti natatori
Una piscina: sono sempre di più quelle con le acque non a norma
Una piscina: sono sempre di più quelle con le acque non a norma
 
CONEGLIANO.
L'acqua di diverse piscine non è conforme ai parametri chimici e microbiologici stabiliti dall'Istituto superiore di Sanità. Questo hanno stabilito le analisi dell'Usl 7 che ha esaminato le acque di 22 impianti natatori in tutto il territorio dell'Usl 7. Su 42 prelievi 16 sono risultati essere normali.
 Questo è uno dei dati che emerge dal bollettino epidemiologico dell'azienda sanitaria di Pieve di Soligo relativo al 2010. Lo scorso anno sono stati effettuati trenta sopralluoghi da parte dei tecnici della prevenzione del servizio di igiene e sanità pubblica nell'ambito dei consueti controlli dei rischi negli ambienti di vita. Su 42 campioni, 25 non sono risultati essere a norma per i valori chimici (in particolare per cloro superiore o Ph più elevato), mentre 5 non adeguati per i parametri microbiologici. La causa principale non è derivata da mancanze da parte dei gestori, ma l'indisciplina e la scarsa igiene di alcuni bagnanti. «Per migliorare la qualità dell'acqua delle piscine - fanno sapere dall'azienda sanitaria - è importante che gli utenti adottino le corrette norme igieniche quali l'uso delle cuffie, la doccia e il passaggio nelle vasche con disinfettante per i piedi nonché il lavaggio delle mani dopo l'utilizzo dei servizi igienici, anche nelle piscine private». Non si sono segnalati casi gravi o di pericolo, ma infezioni intestinali. La fonte di contaminazione più comune sono proprio gli utenti quando entrano in acqua anche se affetti da patologie. «Nello stesso tempo è importante che gli operatori delle piscine, oltre ai parametri chimici e microbiologici delle acque - è il consiglio dell'Usl 7 - controllino costantemente che il comportamento degli utenti sia corretto».  Non è stata comunque elevata alcuna multa, poiché l'istituto superiore di Sanità aveva demandato alle Regioni di disciplinare la materia. Ma a distanza di oltre otto anni (l'accordo tra Stato e Regioni è del gennaio 2003) in Veneto non è stato predisposto un sistema sanzionatorio. Altro dato che emerge dal bollettino epidemiologico è quello relativo alle malattie infettive che sono in lieve calo rispetto al 2009. Si è registrato un solo caso encefalite trasmesse da zecche, che è però risultato particolarmente grave per un sessantenne della Pedemontana, che ha riportato danni gravi permanenti. «Non vanno sottovalutati i rischi e va posta particolare attenzione», spiega la dottoressa Ester Chermaz direttore del Servizio di igiene e sanità pubblica dell'Ulss 7. L'azienda sanitaria ricorda che è disponibile in tutti gli uffici igiene la vaccinazione contro la meningo-encefalite da zecche soprattutto per i soggetti a rischio. Cinque le persone invece contagiate dalla malattia di Lyme, 13 i casi di tubercolosi, 8 quelli di malaria e 9 di legionellosi. In questo ambito per monitorare le malattie tropicali trasmissibili da zanzare sono stati predisposti due siti a Codognè e Revine Lago. In particolare sotto osservazione è il «West Nile», il virus del Nilo occidentale, di cui il Veneto è stata l'unica regione in Italia in cui si sono registrati casi di infezione nel 2010.

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