Maltempo, a Pieve di Soligo scatta la conta dei danni. Il rebus amianto

Tetti delle case coperte dai tetti, lastre di eternit sparse: un conto da centinaia di migliaia di euro dopo la tromba d’aria di lunedì 21 luglio. A Cappella Maggiore sconforto per la risposta della Regione sugli eventi del 7 luglio

Diego Bortolotto
I danni della tromba d'aria a Pieve di Soligo
I danni della tromba d'aria a Pieve di Soligo

Ancora lastre di eternit sparse, tetti di case coperti da teli, si raccolgono i materiali e si iniziano a sistemare i danni. É il day after della tromba d'aria che lunedì ha colpito la zona del Patean a Pieve di Soligo.

Il Comune nei prossimi giorni invierà in Regione la richiesta dello stato d'emergenza. «Invitiamo tutti i cittadini che hanno subito danni a documentarli e segnalarli», spiega il sindaco Stefano Soldan. Impossibile un bilancio dei danneggiamenti, su aree pubbliche e private, ma anche se già si parla di diverse centinaia di migliaia di euro.

Il vortice si è abbattuto su una decina di abitazioni e su un paio di aziende, travolgendo per fortuna un lembo limitato di territorio.

La forza del vento è stata però devastante facendo volare pezzi coperture e alberi a decine di metri di distanza. Non risultano case inagibili e problematiche strutturali, per cui non sono state necessarie evacuazioni. Passato lo spaventi, tutti hanno potuto rientrare nelle propria abitazione.

La situazione più critica ha riguardato via Pati, nelle adiacenze delle stadio di rugby. Rimane precauzionalmente chiusa al traffico via Pederiva, dove sono volate le coperture di amianto. «Lo smaltimento verrà fatto dai privati in modo adeguato, essendo su aree private, con ditte specializzate o vediamo se potrà intervenire anche Savno», spiega il primo cittadino di Pieve, « Per gli altri rifiuti, da lamiere a calcinacci, nelle sedi preposte».

I materiali non inquinanti potranno essere conferiti al Card di via Cal Bruna, da luglio riaperto in seguito alla ristrutturazione degli spazi. Niente contributo invece per l'amianto, la Provincia ha sì stanziato 200mila euro, ma il bando parte dall'1 agosto per la rimozione dalle coperture e non per le emergenze.

Alcuni tetti dovranno essere rifatti, mentre per fabbricati più vecchi e in disuso si valuterà se sarà più economico demolirli e ricostruirli.

Martedì era il giorno della Santa patrona di Pieve, Maria Maddalena, per cui gli uffici comunali, come altri, erano chiusi e l'attività limitata. Oggi si farà un nuovo punto della situazione e probabilmente lunedì verrà inviata agli uffici regionali la domanda dello stato di calamità.

La situazione a Cappella Maggiore

Spostiamoci a Cappella Maggiore, dove lunedì era caduta grandine grossa 5 centimetri: qui si attende invece una risposta adeguata in seguito all'alluvione che aveva già colpito il paese il 7 luglio.

Per i danni della grandine non sono ovviamente previsti risarcimenti, in caso risponderanno le assicurazioni delle auto, se la clausola è inserita nelle polizze. Ma anche per gli allagamenti appaiono difficili degli indennizzi che, come sanno bene a Cordignano, arriveranno forse tra qualche anno e pochi. «Sconfortante è la prima risposta ricevuta dalla Regione, che chiede di dimostrare il nesso di causalità, vale a dire che i danni sono stati provocati dagli eventi atmosferici occorsi», ribadisce la sindaca Mariarosa Barazza.

Alemagna

É rientrata invece l'emergenza viabilità sulla statale Alemagna, rimasta chiusa alcune ore lunedì pomeriggio nel tratto più fragile del Fadalto, essendo entrati in funzione i sistemi d'allarme.

La ss51 continua ad essere osservata speciale in caso di maltempo, specie per le bombe d'acqua. Il sistema installato da Anas anticipa anche eventuali smottamenti, che potrebbero riservare materiale sulla statale e avere effetti devastanti sull'incolumità di chi transita in quel tratto di un km (tra il 20 ed il 21 della statale) . 

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