Pestata, strangolata e gettata nei campi

Graziella Barbiero aveva 52 anni, i carabinieri interrogano i familiari. Scaricata da una macchina e lasciata agonizzante. L'auto trovata a 5 chilometri
CIMADOLMO. Presa a bastonate e strangolata. Gettata ancora viva sul greto del Piave e avvolta in una coperta. Così è morta Graziella Barbiero, 52 anni di Oderzo, dipendente di una ditta di pulizia e madre di due figli. I carabinieri di Treviso che stanno indagando sul delitto non escludono alcuna ipotesi: per ora le indagini sembrano indirizzate nell'ambito familiare, s'indaga sui difficili rapporti tra la donna e il marito Claudio Baldissin di 56 anni e i figli Benjamin di 31 e Brian di 23. Passata al setaccio dagli investigatori la villa della famiglia, a Oderzo in via Fossadelle. Il corpo di Graziella Barbiero è stato trovato ieri sul greto del Piave, in via Cornadelle, nella frazione di Stabiuzzo. Era adagiato in posizione supina su una piccola spianata di foglie, riparata dagli alberi. E' li che Sergio Buso ha visto una donna avvolta da una coperta che la lasciava scoperta dalla cintola in giu. Erano le 11. «Ho pensato si trattasse di un manichino, ho chiamato un amico che abita qui vicino ed insieme abbiamo guardato di nuovo. Quando abbiamo capito che era proprio una donna, abbiamo avvertito i carabinieri».


Nel giro di poco tempo, via Roncadelle si riempie delle auto dei carabinieri arrivati sia da Treviso che Conegliano. Sul greto del Piave arrivano anche il sostituto procuratore Antonio Miggiani, il medico legale e gli uomini della Scientifica. Saranno loro a scoprire il cadavere di Graziella Barbiero che era avvolto in una coperta matrimoniale. Ed è così che si scopre il delitto. Il volto della donna è infatti una maschera di sangue, mentre stretto intorno al collo c'è una specie di straccio. Indossa solo una camicetta, i collant e la biancheria. La coperta è asciutta, segno che il cadavere non è li da molto. Dall'esame del medico legale emerge un particolare inquietante: quando è stata abbandonata a testa giu su quella spianata era viva. A mano a mano, gli investigatori scoprono tracce fresce di pneumatici rimasti impressi nel fango. Non è stata uccisa lì Graziella Barbiero, ma solo scaricata da un'auto, dopo la brutale aggressione. Subito scattano gli accertamenti e si cercano di ricostruire le ultime ore di vita della donna. I primi ad essere sentiti dai carabinieri sono il marito e i figli ed è così che emergono quei dissidi familiari a cui negli ultimi tempi si erano aggiunte le minacce e le denunce. Non era in crisi solo il rapporto tra Graziella Barbiero e il marito Claudio Baldissin, che lavora come capocantiere da «Setten», ma anche quello con i due figli Brian e Benjamin schierati, hanno raccontato familiari e amici, con il padre. Moglie e marito dormivano da tempo in stanze diverse e non riuscivano ad accordarsi per la separazione. L'oggetto delle perenni crisi era quella villa in via Fossadelle.


Il marito voleva che se ne andasse, ma lei considerava la somma di denaro offerta dal coniuge troppo bassa. Così continuavano a vivere sotto lo stesso tetto. Spesso, hanno ricostruito i carabinieri sarebbe stata picchiata, non solo dal marito, ma anche dai figli. Domenica la situazione, già tesa, era degenerata. Graziella, hanno raccontato sempre alcuni parenti, pare si fosse molto spaventata per il contenuto di un sms inviatole dal figlio e si era rivolta ai carabinieri di Oderzo a cui aveva presentato denuncia. Da mercoledì di lei si erano però perse le tracce. Le sorelle l'hanno cercata sul cellulare e così pure una parente e una collega di lavoro. Tutte hanno trovato il telefonino spento. E' riapparsa ieri mattina in quella spianata di foglie sul greto del Piave, uccisa. Rimane dunque il mistero sulle ultime ore di vita di Graziella Barbiero. I carabinieri del Nucleo Operativo, a cui sono state affidate le indagini, hanno richiesto il tabulato delle telefonate per capire con chi ha parlato. E a chi, forse, ha chiesto disperatamente aiuto.

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