Perin: obiettivo Piazza Affari
Susegana, l'azienda di gruppi elettrogeni verso la quotazione nel 2015

Diotisalvi Perin patron dell’azienda al lavoro per la quotazione in Borsa
Il gruppo Perin di Susegana sogna lo sbarco in Borsa. «Stiamo formulando il dossier e abbiamo preso contatti con i consulenti per poterci quotare nel 2015 - spiega il presidente Diotisalvi Perin - La nostra crescita ha bisogno di un ulteriore salto dimensionale per far fronte alla concorrenza internazionale, cinese in testa, allargando la leadership».
Nuovi soci in arrivo alla Perin, ditta fondata da Diotisalvi Perin, imprenditore di razza della Sinistra Piave, che dal quartier generale di Susegana controlla attraverso i figli una decina di società gemmate attorno alla società primogenita Perin (nel 2009 contava ricavi per 12,6 milioni di euro). Si tratta di un'azienda nata nel 1969 che progetta e assembla gruppi elettrogeni, diventati nel tempo vere e proprie centrali elettriche e di calore vendute per il 65% all'estero, grazie alle quali viene assicurata energia a cantieri e palazzi, ma anche a centrali petrolifere ed intere isole del Pacifico. «Siamo il più importante gruppo per energia prodotta - racconta Perin - Vendiamo i nostri gruppi elettrogeni sia per casi di emergenza, sia per offrire energia in maniera stabile anche a sedi di aziende e banche, come Montepaschi a Roma, dove lavorano 1.800 dipendenti, sorretta da un impianto da 3.000 kilowatt a metano. Produciamo circa 3.000 macchine l'anno con 5 stabilimenti in Italia e 3 all'estero, dove sviluppiamo internamente tecnologie in grado di utilizzare biodiesel o biogas, e produrre attraverso la cogenerazione anche riscaldamento e climatizzazione. In pratica non si butta via niente». Dopo aver sorpassato la concorrenza interna, rappresentata una volta dalla Spark Energy dell'ex presidente di Unindustria Treviso Sergio Bellato, Perin pensa ad una ulteriore espansione verso l'estero. «Il fatturato è cresciuto del 20% nel 2010 grazie a importanti commesse come quelle per la Augusta di Finmeccanica e una centrale da 20 megawatt in Arabia Saudita - conclude - Ora è il momento di aprirci ancora di più ai mercati». (e.l.t.)
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