«Perché cancellare la nostra storia?»

Caselle di Altivole, nei prossimi giorni la demolizione della casa dell’organista e del cappellano
Riceviamo e pubblichiamo.


«Nei prossimi giorni la Parrocchia di Caselle d'Altivole abbatterà gli edifici davanti alla chiesa. Si tratta di due edifici dei primi del '900. Uno minore, detto 'casa dell'organista' o (più recentemente) 'delle suore', e uno più grande detto 'casa del cappellano' consistente in un corpo centrale più alto, d'abitazione dell'ex cappellano e due ali o barchesse laterali simmetriche per 'sala AVIS' e altri usi per giovani.


La comunità parrocchiale ha deciso che tutto ciò deve sparire per lasciare il posto a una nuova struttura moderna per creare una decina fra nuove sale e aulette ad uso oratorio. Per la progettazione, sono stati coinvolti una decina d'architetti della zona. Alcuni di essi, in disaccordo circa l'abbattimento degli edifici si ritirarono, presto, dal gruppo progettuale.


Un vecchio piano regolatore individuava un grado di protezione negli edifici in questione in quanto caratterizzanti l'identità della frazione di Caselle. Evidentemente, la normativa comunale e la Soprintendenza si sono "ammodernate". Oltre 2 anni fa veniva presentato il progetto dal presbiterio della chiesa ad opera del Parroco e dell' ex Sindaca, con ancora qualche dubbio di fattibilità.


Nulla da obiettare, anzi, da condividere l'azione del Parroco per un impegno educativo dei giovani. Sorge il dubbio, avvalorato anche dal ritiro di alcuni architetti,se il progetto dovesse obbligatoriamente cancellare ogni traccia del passato o se invece avesse potuto giovarsi di un'aggiunta armonica di cubatura. Senza nulla togliere agli spazi per l'attività educativa dei giovani.


Perchè non si fa? Scusanti economiche? O pigrizia culturale?


Credo sia auspicabile un ripensamento con variante, ed eventuale rinvio dell'inizio lavori. Dispiacerebbe che davanti alla chiesa del XVIII secolo e a fianco della Villa Pasqualigo del XVII sorgesse un edificio moderno, per quanto potesse essere utile, più adatto a una nuova periferia urbana, senza storia.


Resta il malessere fisico e spirituale di molti casellani che nella scomparsa di questi edifici storici sentono una ferita ai loro sentimenti, ai loro ricordi, alla loro identità. Viene perpetrata una violenza invisibile nell'animo dei casellani più sensibili, e per estensione, di tutti i cittadini che amano la loro terra. Andrea Zanzotto diceva che "salvare il paesaggio della propria terra è salvare l'anima e quella di chi l'abita". A mio avviso, quindi, non si pensi e si giustifichi ogni azione al solo scopo d'educazione religiosa, ma si consideri l'anima umana nel suo insieme».


Elvio Gatto


Caselle d'Altivole


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