Per Tarantola è l’ultimo atto La libreria è stata sfrattata

Sfratto per morosità. È un provvedimento giudiziario a mettere fine – almeno per il momento - a una saga leggendaria come quella dei Tarantola in città,
L’omonima libreria di via Santa Margherita, gestita da Alessandro, figlio del mitico Gino che aveva bottega sotto la loggia dei Cavalieri, è chiusa da oltre tre mesi. C’è ancora la posta per terra, all’ingresso. Da quando la proprietà dell’immobile ha fatto eseguire lo sfratto chiesto al giudice del tribunale per morosità, non ci è più entrato nessuno.
Si parla di due anni di arretrati, di trattative serrate, di riduzione del canone, per venire incontro alle istanze di Alessandro Tarantola. Ma dopo tanti mesi di insoluti la società proprietaria del negozio ha deciso di rompere gli indugi, e ha dato mandato a una legale di liberare i locali sfrattando il commerciante. Primo tentativo a maggio 2014; il secondo a novembre 2014, l’ultimo, andato in porto a marzo.
Da allora i libri sono rimasti dentro: la proprietà dei beni è di Alessandro Tarantola, che però non può rientrare nel negozio, e non ha ancora ottemperato all’ordine della proprietà di liberare gli immobili.
E resta nel negozio anche il tesoro storico - le mappe, le carte, gli atti, le stampe e i vecchi volumi che il vecchio Gino aveva venduto dopo che si era ritirato dalla Loggia, in quello che era il suo «rifugio della stampe». Ma anche questo patrimonio è finito davanti ai giudici del tribunale; un istituto di credito della città ha pignorato 350 stampe come controvalore di pagamenti non effettuati.
Le voci, nell’isolato, dicono che si sarebbe all’orizzonte un compratore, per il patrimonio librario. Ma che verosimilmente, per la saga dei Tarantola, almeno in città, questo sia l’ultimo atto.
Felici di essere smentiti, è un altro nome storico che ammaina bandiera. Dentro le mura. Un altro colpo alla cultura cittadina, per non parlare della crisi di libri e carta.
Il padre di Alessandro, Gino (ma all’anagrafe era Luigi), che per i meno giovani è stato un’istituzione in città, sbarcò nel 1944 in una città di macerie, colpita al cuore dai bombardamenti. Con la missione di continuare l’attività del padre Carlo. E in quella loggia che è storia della città - venne edificata nel 1277- seppe creare per oltre 40 anni un tempio di cultura, e di comunità, per vecchi e ragazzi, per bibliofili e per chi invece ai libri magari dai fumetti, si avvicina appena.
Per quattro generazioni di trevigiani Tarantola era sinonimo di libri, ma anche di pazientissime ricerche in quegli scaffali immensi. E pochi sapevano che i Tarantola sono famiglie di librai da sei generazioni, ceppo di Pontremoli. E anche editori, collezionisti, cultori della storia cittadina e di arte. Come lo era Gino, come suo fratello Alessandro, che aveva aperto bottega prima a Conegliano e poi a Belluno, in pieno centro
Gino, ai figli e ai nipoti, ha lasciato a una biblioteca straordinaria, soprattutto di storia cittadina, e i libri firmati dai grandi scrittori del Novecento. ita. Gino a sua volta aveva proseguito l'attività del padre Carlo, mentre l'altro fratello Alessandro gestiva la bottega di Conegliano e poi a Belluno.
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