Pensa sia una prostituta e tratta una prestazione, a Montebelluna scatta la rissa col marito

MONTEBELLUNA. Contratta una prestazione con una donna, credendola una prostituta, e viene picchiato dal marito. È questa la versione di un ventisettenne di Montebelluna che si era recato in quella che era convinto fosse una casa d’appuntamenti ed è finito a processo con l’accusa di rapina.
La rissa. I fatti contestati dalla Procura di Treviso risalgono al novembre scorso e l’imputato era convinto che in quel luogo fosse arrivata una prostituta con cui voleva consumare un rapporto. Si trattava di una cinese ma la 34enne non era una prostituta bensì una semplice inquilina della stessa palazzina. Lui, convinto invece di trovarsi di fronte a una professionista, l’ha vista entrare in casa e ha suonato il campanello. Ma quando ha iniziato a trattare la prestazione è scoppiata una rissa: la donna ha chiamato il marito con cui il giovane ha ingaggiato una discussione finita con un pugno in faccia all’uomo cinese, a cui nel frattempo era venuto in aiuto un conoscente connazionale.
L’arresto. Il ventisettenne era poi stato arrestato per tentata rapina e danneggiamento. Infuriato per non essere riuscito a “concludere” era infatti sceso in strada e aveva mandato in frantumi la vetrina di un negozio prima di accanirsi sulla macchina della donna cinese. Martedì, nel corso di un processo con rito abbreviato, è stato assolto dalla tentata rapina e condannato a quattro mesi di reclusione per i danneggiamenti. Entro 60 giorni le motivazioni del giudice che sembra si sia lasciato convincere dalla tesi del legale dell’uomo, l’avvocato Guido Galletti.
Il coltello. Per la Procura si sarebbe trattato di una tentata rapina, ipotesi confortata dal particolare del coltello che il 27enne avrebbe estratto durante la discussione con i cinesi, che hanno a loro volta raccontato di come avrebbe cercato di farsi dare dei soldi. Per la difesa invece di un fraintendimento: quello per cui la cinese fosse una nuova prostituta che lavorava in uno degli appartamenti della palazzina dove è avvenuta la zuffa e a cui il ragazzo era molto “interessato”.
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