Pasta Zara, parte il rilancio In vendita la sede di Muggia

Riese pio x. Dalle parole ai fatti. Il piano di rilancio di Pasta Zara parte dalla vendita del ramo d’azienda di Muggia, da ieri sul mercato con l’offerta pubblica di acquisto a 119 milioni di euro, come offerta minima, con la garanzia di produttività, livelli occupazionali, ma anche una quota parte della futura produzione dello stabilimento marchiata ancora con il logo dell’azienda di Riese Pio X.
il bando
È stato lanciato dal tribunale fallimentare dopo il recepimento di una proposta d’acquisto dello stabilimento formalizzata ai commissari e all’istituto nelle settimane passate. Il nome negli atti non risulta (sarebbe turbativa d’asta), ma è quello di Barilla, che già nei mesi passati aveva lanciato il salvagente all’azienda di Bragagnolo al termine di un lungo e spigoloso confronto tra società e compagine sindacale. Sulla base dell’offerta presentata dal gruppo emiliano la gara pubblica finalizzata a richiamare eventuali proposte più competitive.
Se così non sarà – la gara scade il prossimo 22 maggio – la procedura di concordato potrà formalizzare i contratti di vendita, incassare e provvedere a liquidare i crediti privilegiati ed a seguire le altre pendenze. Per Pasta Zara, che ha una situazione debitoria da 300 milioni circa, un punto di svolta cruciale che nella continuità operativa si spera permetta alla società di rilanciarsi.
Vendita e incassi
L’accordo alla base dell’offerta pubblica di acquisto non riguarda solo i 121 mila metri quadrati dello stabilimento di Strada delle Saline (con capacità produttiva di circa 230.000 tonnellate di pasta secca su 6 linee), ma anche i futuri accordi commerciali tra acquirente e venditore.
L’aggiudicatario dovrà sottoscrivere con Pasta Zara un contratto di produzione a beneficio della società di Riese per 54 mesi, con volumi minimi vincolanti decrescenti nel tempo. Di fatto quindi un domani da Muggia usciranno le confezioni blu Barilla – salvo non vinca qualcun altro – e quelle rosse di Pasta Zara che contribuiranno a garantire gli attivi di produzione e vendita della società trevigiana per quattro anni e mezzo.
dipendenti
Il futuro acquirente dovrà assicurare tutti i rapporti di lavoro dipendente in essere al mese di agosto 2018, ovvero l’intera forza lavoro dello stabilimento di Muggia, e dovrà farsi carico di coprire le passività esistenti verso i dipendenti di Muggia come Tfr e altre componenti differite di retribuzione maturate fino alla data del trasferimento alla nuova società (quindi anche ferie e permessi non goduti, mensilità supplementari, premi e altre parti variabili di retribuzione).
Garanzie anche per i fornitori, a cui l’acquirente dovrà garantire i contratti in corso fino a scadenza. —
Federico de Wolanski
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