Passerella sul Sile chiusa «Sono 20 anni, riapritela»

QUINTO. C’è quasi commozione, stupore senz’altro. Gli occhi di Pietro Scattolin, ottantenne di Quinto, si illuminano. Lui che, nel 2013, aveva inviato una lettera al Comune di Treviso perché quel passaggio sul fiume Sile, che segna il confine tra il comune di Quinto e quello di Treviso sul lato Canizzano, venisse riaperto. Una passerella storica – censita già nel catasto napoleonico – che univa le due località, un’antica passerella sul fiume che tutti ricordano ma che quasi inspiegabilmente è chiusa. Off limits per tutti. O quasi.
Quel che è certo è che la passerella, ad oggi, è bloccata senza un motivo identificabile dai più, se non attraverso un ormai sbiadito cartello che ne accerterebbe il pericolo, trattandosi di un “ponte pericolante in fase di manutenzione”. Una manutenzione che però dura evidentemente da troppo.
Perché nel 1997, anno in cui è stata progettata la riqualificazione dell’intera area del mulino Granello – dando vita al cosiddetto “Borgo ai Mulini”, nome con cui viene identificata anche una ditta oggi proprietaria degli spazi – il passaggio era aperto, salvo poi venire chiuso non appena i residenti dell’idilliaco residence, a due passi dalle placide acque del Sile, hanno avvertito l’odore di anziani in passeggiata, cicloturisti o appassionati di fotografia. D’altronde quello è un luogo magico, tra i più particolari a ovest del capoluogo. E il signor Pietro, che a due passi dal fiume ci è nato, non se ne capacita.
La casa colonica degli “Scattolini”, d’altronde, sorgeva proprio lì, a metà di via Nogarè, la stessa via che – se non fosse interrotta da quel cancello che blocca l’accesso alla passerella sul fiume – terminerebbe alcune centinaia di metri più avanti, in comune di Treviso. Ma, né da una parte né dall’altra, esiste alcuna indicazione che quella sia una strada senza uscita.
A dirla tutta il cancelletto sul Sile non è l’unico ad ostruire il percorso di via Nogarè, perché dall’altro lato del fiume, pochi metri prima della strada di Canizzano, ci si imbatte in un’altra cancellata, questa volta automatica e ben più grande rispetto al cancello presente sulla passerella, a difesa del “Borgo ai Mulini” anche da quel lato.
«Basterebbe davvero poco» commenta Pietro Scattolin «negli ultimi anni ho fatto varie richieste sia a livello formale che informale ad autorità e sindaci, perché quel passaggio venisse riaperto. Ma ho ricevuto solo promesse». Promesse che, a distanza di ormai vent’anni dalla chiusura, non hanno riscontrato alcun esito. «Non è giusto che dei privati si impossessino di qualcosa che è del demanio e, soprattutto, di pubblica utilità. Quello è un passaggio che può essere utile e funzionale a molte persone, sia di Treviso che di Quinto, oltre che ai cicloturisti», conclude Scattolin.
Della questione, nel 2013, si era occupato anche lo storico locale Camillo Pavan, che dal suo blog aveva più volte chiesto di ripristinare quel passaggio. Chissà se, prima o poi, ciò avverrà, facendo un regalo anche al signor Pietro.
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