Schianto mortale dopo i furti, condannata a 5 anni e mezzo

Nel 2020 l’incidente sulla Pontebbana, Anita Braidich era alla guida di una Smart. In fuga dopo un raid finì contro un camion: perse la vita l’amica Severina Sever

Marco Filippi
La Smart dopo lo schianto contro il tir sulla Pontebbana
La Smart dopo lo schianto contro il tir sulla Pontebbana

Un terribile impatto frontale contro un camion, per evitare lo schianto contro un altro tir e per Severina Sever, 32 anni, non ci fu nulla da fare. Morì poco dopo il suo ricovero all’ospedale nell’incidente avvenuto il 7 agosto del 2020 sulla Pontebbana, tra San Fior e Castello Roganzuolo.

Mercoledì 4 giugno l’amica che era alla guida, Anita Braidich, 27 anni, di origini torinesi ma domiciliata a Portogruaro, è stata condannata a cinque anni e sei mesi per furto aggravato, omicidio stradale e guida senza patente in quanto non aveva mai conseguito la patente. Braidich doveva infatti anche rispondere dell’accusa di furto aggravato.

La refurtiva

Le forze dell’ordine, infatti, nell’auto condotta dalla Braidich trovarono oro e gioielli, frutto di un raid ladresco messo a segno quello stesso giorno. Da qui le condanne a due anni per omicidio stradale e tre anni e sei mesi per furto.

L’incidente stradale avvenne verso mezzogiorno di quell’estate del 2020, in pieno periodo pandemia, quando con l’arrivo dell’estate si stavano allentando le restrizioni sui movimenti. Le due donne stavano viaggiando a bordo di una Smart.

Lo schianto

La vettura a due posti stava procedendo in direzione di Godega Sant’Urbano. All’altezza del distributore Eni, dalla direzione opposta stava arrivando un tir di una ditta di Bergamo, che era appena partito da un rottamaio di San Fior. Doveva fare carburante ed aveva girato a sinistra.

«Avevo già completato la svolta, ho visto dallo specchietto retrovisore l’accaduto», disse l’autotrasportatore bergamasco. La Smart, probabilmente per evitarlo, scartò nella corsia opposta andando a schiantarsi contro un camion frigorifero che trasportava frutta e verdura, e che seguiva il primo tir. Illesi i due camionisti.

La morte e il processo

Le condizioni della Sever apparvero subito disperate ai soccorritori del 118. La trentaduenne, trasferita d’urgenza in elicottero all’ospedale di Treviso, morì poco dopo il suo ricovero.

La Pontebbana nel Coneglianese fu chiusa dagli agenti della stradale di Vittorio Veneto che, ispezionando l’auto della nomade, trovarono un sacchetto in cui erano contenute banconote oltre a monili e oggetti preziosi. Nel bagagliaio anche alcuni oggetti da scasso.

Probabilmente stavano tornando da un blitz ladresco nella zona del Coneglianese. Il 4 giugno l’epilogo processuale con la requisitoria del pubblico ministero Maria Cristina Sanvitale e le arringhe difensive. Ad emettere la sentenza di condanna nei confronti della donna di origine Rom il giudice Iuri De Biasi.

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