Pancreas rotto dopo l’incidente paziente salvato al Ca’ Foncello

Un gravissimo incidente stradale, la corsa disperata all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso, la radiografia che non lascia dubbi: il paziente quarantenne ha il pancreas rotto, c’è un’infezione in atto ed è in grave pericolo di vita. Con la massima urgenza le équipe di Gastroenterologia e Seconda Chirurgia pianificano un intervento mininvasivo per salvare l’uomo. Viene acquistata e applicata una protesi speciale, e molto costosa, soprannominata Lams. L’innovativo trattamento endoscopico è stato portato a termine con successo dalla dottoressa Helena Heras Salvat.

A soffermarsi sulla sfida tecnica e clinica dell’intervento, il primario di Gastroenterologia Stefano Benvenuti che ha coordinato il team operatorio: «Il paziente aveva riportato, a seguito dell’incidente, la rottura completa del pancreas, con conseguente formazione di una voluminosa raccolta addominale infetta che comprimeva lo stomaco».

Senza una rapida soluzione sarebbe potuto morire. «Siamo intervenuti», prosegue il dottor Benvenuti, «senza ricorrere a complessi interventi chirurgici, spesso non scevri di complicanze, riuscendo a drenare la grossa raccolta attraverso lo stomaco grazie al posizionamento per via endoscopica della protesi metallica Lams. In questo modo è stato possibile il rapido deflusso di tutto il materiale nello stomaco, con conseguente eliminazione per via intestinale».

Il pancreas è infatti una ghiandola fondamentale per l’organismo, perché produce diversi ormoni importanti, tra i quali l'insulina, e supporta l’intestino nella digestione.

La metodica con protesi Lams, effettuata per la prima volta all’ospedale di Treviso, apre uno scenario importante: potrà essere utilizzata anche per altri pazienti con problematiche simili. «Nel caso trattato il trauma pancreatico aveva formato una pseudocisti dentro l’addome», prosegue il professor Giacomo Zanus primario della Seconda Chirurgia, «La validità della procedura messa in atto è stata quella di posizionare un dispositivo tubolare che ha messo in comunicazione la pseudocisti con lo stomaco, contribuendo in tre giorni di svuotarla. Noi abbiamo assistito al posizionamento dell’endoprotesi che, a vista d’occhio, ha portato a ridurre la tumefazione con risultati molto buoni».

In pochi giorni l’uomo si è ristabilito ed è stato dimesso potendo tornare a poco a poco alla vita di sempre. —



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