Paga e blocca l’assegno: condanna

Un anno e quattro mesi a un imprenditore, ha denunciato il finto smarrimento
- Persi due assegni
- Persi due assegni

ZERO BRANCO. Ha pagato un fornitore con un assegno da 12 mila euro. Subito dopo, però, ne ha denunciato lo smarrimento, mettendo nei guai lo stesso fornitore che è stato indagato per ricettazione. Per questo motivo Davide Strapazzon è stato condannato a un anno e quattro mesi di reclusione (pena sospesa) e al pagamento in via provvisionale di cinquemila euro di risarcimento, da quantificare in sede civile.

Una vicenda insolita, anche dal punto di vista del diritto. Strapazzon, infatti, è finito a processo per calunnia, reato (articolo 368 del codice penale) che punisce «chiunque, con denuncia, querela, richiesta o istanza, anche se anonima o sotto falso nome, incolpa di un reato taluno che egli sa innocente, ovvero simula a carico di lui le tracce di un reato». In questo caso la falsa denuncia di smarrimento dell’assegno configura proprio questa seconda fattispecie: l’imputato (e ieri condannato) sapeva che avrebbe messo nei guai con la giustizia il suo fornitore, che infatti al momento di incassare quell’assegno era stato indagato per ricettazione, e ha dovuto spiegare come era entrato in possesso di quel titolo di credito.

Il beneficiario dell’assegno, M.B., si è costituito parte civile a processo, assistito dall’avvocato Raffaele Pennino: la richiesta di risarcimento danni è stata quantificata in 30 mila euro, e in parte - come detto - già accolta dal giudice con un “anticipo” provvisionale da cinquemila euro. Il resto del risarcimento sarà stabilito in sede civile. Strapazzon, intanto, dovrà pagare anche tremila euro di spese legali. La pena detentiva è stata sospesa, con non menzione nel casellario giudiziario. Se non commetterà altri reati, insomma, non andrà in carcere né risulterà pregiudicato.

Fabio Poloni

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso