Paderno: il don lascia un tesoro in parrocchia, la curia lo congela

PONZANO. Niente parroco, ma amministrazione parrocchiale. E' la sorte di Paderno, ormai da alcuni mesi, da quando don Aldo Danieli è andato in pensione. Ed è la sorte che solitamente spetta alle parrocchie che hanno conti in rosso. In realtà Paderno è un caso unico della diocesi, perché i conti sono floridi, floridissimi. Don Aldo Danieli ha lasciato un vero e proprio tesoretto, si parla di quasi un milione di euro. Eppure delle tre parrocchie del territorio Ponzano e Merlengo hanno ottenuto due nuove sacerdoti, più un collaboratore pastorale, mentre a Paderno è stato assegnato un amministratore parrocchiale, il direttore dell'ufficio amministrativo della Curia don Mauro Motterlini.
Il primo risultato della neonata Collaborazione pastorale è stato un taglio dei costi, tanto che i parroci vivono nella stessa canonica, a Ponzano, che sarà l'unica a essere restaurata. Le altre due sono chiuse. Eppure ci sarebbe il tesoretto di don Aldo per sistemarle. «Come parrocchiano e come consigliere comunale di una comunità chiamata a collaborare, penso che siano situazioni non facili da comprendere» spiega Antonello Baseggio di Progetto In Comune. «In questo modo non si da il giusto lustro a don Aldo e si mettono in difficoltà i due parroci mandati nelle tre parrocchie» conclude il consigliere.
La scelta di assegnare Paderno a un amministratore parrocchiale ha inevitabilmente innescato voci e sospetti sui conti della parrocchia. Ma il bilancio come detto è anzi piuttosto florido. Da un altro parrocchiano arriva la proposta di chiamare il palazzetto realizzato dietro la canonica «PalaDonAldo», e non solo PalaAldo come comunemente viene chiamato oggi, «a disdoro della strisciante damnatio memoriae, proveniente da vicini palazzi». Ma l'amministrazione parrocchiale sarebbe stata anche una mossa politica della Curia, per raffreddare quella disponibilità all'accoglienza dei profughi di cui don Aldo è una bandiera. A lui si è più volte rivolta la Prefettura in emergenza, e il don di Paderno ha sempre aperto le porte. Tutto l'anno in oratorio e in canonica ospitava gruppi di preghiera di altre fedi. Fermare tutto questo, da parte di due nuovi parroci (ammesso e non concesso che lo volessero fare) non sarebbe stato certo semplice. Più facile per chi si trova negli uffici della Curia.
«Non è un mistero che don Aldo sia stato duramente attaccato dalla Lega Nord e da Luca Zaia in particolare», ricorda l'ex sindaco Claudio Niero. «E lui è riuscito sempre a salvarsi grazie al profondo sostegno delle famiglie. Ma anche la Curia ha cercato di emarginarlo in passato. Ogni tanto diceva di rispondere solo al Signore e al Vescovo, ma più spesso diceva di rispondere solo al Signore». Don Aldo, oltre al sostegno delle famiglie, che non lesinavano donazioni e offerte, in questi 28 anni ha fatto tutto da sè: giardinaggio, pulizie, e cucina. Per vivere lo stipendio, non un centesimo di più. Quello che entrava dalla comunità serviva alle attività o veniva messo in cassa. Per il momento del bisogno.
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