Operato alla colonna vertebrale rischia la paralisi dopo il tuffo

Il 19enne tunisino che risiede a Treviso, non si è accorto che l’acqua era bassa L’Usl lancia l’appello: «Basta lanci dal pontile, se vedete qualcuno dissuadetelo»

È stato sottoposto a un intervento urgente in Neurochirurgia all’ospedale di Mestre, ma rischia purtroppo di rimanere paralizzato il 19enne di Treviso – di origine tunisina – dopo il tuffo dal pontile domenica al lido di Jesolo, sull’arenile vicino a piazza Milano. Insieme a un amico ha ignorato i devieti di salire sul pontile – ordinati quest’anno dal Comune per evitare l’assembramento – e si è gettato in circa 50 centimetri d’acqua battendo la testa sulla sabbia compatta e insaccando le vertebre. Risultato: frattura cervicale e lesione permanente che già era stata diagnosticata dagli esperti medici del pronto soccorso di Jesolo, i quali purtroppo hanno esaminato molti di questi casi in tanti anni.

Nel reparto di Neurochirurgia diretto dal dottor Guida all’ospedale dell’Angelo di Mestre, il disperato intervento dell’équipe medica che non consentirà comunque al giovane di tornare a camminare.

Ora a Jesolo si riaccendono le discussioni sulla pericolosità dei tuffi dai pontili e le conseguenze di queste “bravate”, a maggior ragione quest’anno in cui sono state chiuse le strutture di legno perpendicolari alla spiaggia con corde e supporto in legno. Ma molti sono quelli che varcano comunque gli ingressi o addirittura si arrampicano, per passeggiare, prendere il sole o tuffarsi.

«Non possiamo controllare ogni pontile», ha commentato amareggiato il sindaco, Valerio Zoggia, «più di stabilire i divieti e installare le strutture di chiusura non abbiamo la possibilità di altre azioni per dissuadere questi ragazzi». Lo stesso dice il presidente di Federconsorzi, Renato Cattai: «Abbiamo fatto tante campagne di sensibilizzazione anche con l’Usl 4 e il dottor Fausto De Ferra del pronto soccorso, quest’anno i pontili sono stati chiusi e ci sono cartelli ben visibili, ma evidentemente non basta. Ci dispiace per quel ragazzo, anche se non possiamo fare di più».

E il direttore generale dell’Usl 4, Carlo Branezza, è intervenuto attraverso i social. Ieri ha lanciato un accorato appello ai bagnanti: «Nonostante le campagne informative si continuano e registrare episodi che coinvolgono giovani vite rovinate per sempre da una bravata. Chiediamo a tutti, se notano persone sui pontili che hanno intenzione di tuffarsi, di intervenire e invitarli a non farlo».

Gli assistenti ai bagnanti della torretta 21, zona piazza Milano, avevano fischiato all’indirizzo di quei due ragazzi saliti sul pontile. Ma una manciata di secondi dopo quel giovane ha spiccato il volo verso il suo drammatico destino.

Il weekend a Jesolo era stato caratterizzato anche da un altro brutto episodio. Davanti a piazza Nember un trentenne residente a Treviso, ma originario della Guinea Bissau, si era tuffato da un pedalò preso in affitto, ma non era in grado di nuotare. Ha rischiato di affogare, è stato salvato dai bagnini e ricoverato all’ospedale. Si è poi ripreso. —

Giovanni Cagnassi

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