Operai a casa, ma l'azienda li paga

Il gruppo Siad ha celebrato così la festa del 17 marzo
 
Lavoratori a casa per l'Unità d'Italia, ma la festività la paga l'azienda. Alla Siad di Ponzano, 35 dipendenti, gruppo che opera nel settore dei gas industriali, hanno scelto il modo migliore per tagliare la testa al toro sulla tanto discussa festività del 17 marzo: i lavoratori sono rimasti a casa a godersi il giorno celebrativo, ma l'azienda ha pagato di tasca sua il "gettone" di presenza.
 «Bel gesto e notizia positiva - commenta Gianni Boato, sindacalista Femca Cisl - figli di un bilancio 2010 in cui il gruppo ha rivisto la luce dopo un 2009 un po' difficile». Oltre a riconoscere per intero il premio di produzione, quest'anno la «Società italiana acetilene e derivati» ha deciso di pagare di tasca sua la festività del 17 marzo ai propri dipendenti. «In un periodo dove le notizie dalle aziende non sono proprio rosee - dice Francesco Mariuzzo, direttore d'area Nordest del gruppo - il nostro vuole essere un segno di riconoscimento nei confronti dei dipendenti». Che sono circa 550 in tutto il gruppo, la cui sede centrale è a Bergamo. A Treviso sono 35. «La festività pagata, ovviamente, riguarda tutti», puntualizza Mariuzzo.  L'azienda opera nel settore dei gas tecnici, alimentari, medicinali, refrigeranti. Sulla festività del 17 marzo si era detto di tutto e di più. I primi a giudicare inopportuno lo stop (di giovedì) erano stati gli industriali veneti. «Sarebbe utile - aveva detto Andrea Tomat, presidente di Confindustria Veneto - tenuto conto delle difficoltà delle imprese, poter celebrare la ricorrenza la domenica, o quantomeno recuperare la festività il 4 novembre». Anche da quell'appello era nato il "compromesso" del governo, che aveva deciso che «per evitare nuovi oneri a carico della finanza pubblica e delle imprese, per il 2011 gli effetti economici e gli istituti giuridici e contrattuali previsti per la festività soppressa del 4 novembre non si applicano a tale ricorrenza ma, in sostituzione, alla festa nazionale del 17 marzo». Alla fine, insomma, per la maggior parte dei lavoratori privati il 17 è stato sì un giorno festivo, ma senza diritto alla retribuzione. Non alla Siad.

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