Omicidio di Pieve del Grappa, il diciottenne fuori dal carcere
L’assassino, reo confersso, da qualche settimana ha lasciato il penitenziario minorile. Depositata la perizia sulla capacità d’intendere e volere

È stata avanzata di nuovo la richiesta di affidarlo ad una comunità dove possa seguire un percorso psicoterapeutico, il giovane reo confesso dell’omicidio di Bledar Dedja, il giardiniere di 39 anni di origine albanese, trovato senza vita nella mattinata del 21 gennaio 2024 nel boschetto di via Dei Carpini a Pieve del Grappa.
Dall’esame esterno della salma, il medico legale Alberto Furlanetto, era riuscito a stabilire che la morte, indicativamente, risale al tardo pomeriggio del giorno precedente. È quindi nell’arco temporale tra le 16.30 e le 19.30 che si sarebbe consumato il delitto. La difesa, rappresentata in aula dall’avvocato Elisa Berton, ha formalizzato ieri ai giudici del tribunale dei Minori di Venezia la richiesta, dopo che il ragazzo da qualche settimana è uscito dal carcere minorile di Treviso. I giudici si sono riservati la decisione, aggiornando il processo al prossimo 16 giugno.
Ieri mattina s’è discusso anche sulla capacità d’intendere e volere del ragazzo al momento dei fatti. Il diciottenne aveva conosciuto Bledar oltre due anni fa durante un periodo passato in alternanza scuola-lavoro nella pizzeria in cui l’albanese lavorava come tuttofare.
Tra i due era nata una frequentazione, che però il ragazzo aveva poi voluto interrompere. Il giovane stesso aveva spiegato, nel corso di un interrogatorio, come si fossero sviluppati i rapporti con la vittima: dal primo incontro in un locale della provincia di Treviso dove Dedja lavorava come giardiniere e dove lui c’era finito per adempiere a un progetto di alternanza scuola lavoro, all’ultimo appuntamento.
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