Olivi e Manara Il matrimonio vale 75 milioni di euro

TREVISO. Matrimonio fortunato nel mondo dei consorzi agrari privati: la trevigiana Olivi Agricoltura e il Gruppo Manara, veronese, dal primo gennaio 2018 sono un’azienda unica, con un solo marchio e una sola partita Iva. La fusione per incorporazione, con Manara che ha investito 6 milioni di euro nell’operazione che ha inglobato Olivi, ha portato alla nascita della principale realtà veneta del settore, con un centinaio di dipendenti, decine di punti vendita che riforniscono gli agricoltori di barbatelle, sementi, fitofarmaci, attrezzi e molto altro, un fatturato complessivo di 75 milioni di euro. Olivi è un marchio storico dell’agricoltura trevigiana, e l’impresa affonda le sue radici a fine Settecento. Ora la sede principale sarà a Verona, ma Treviso potrà contare - oltre che sui punti vendita - sul grande centro di stoccaggio di Monastier.
«Questa realtà ora è una sorta di Ferrari dell’agricoltura, specializzata nel garden e nel pet food» spiega il Ceo del gruppo, Fabio Manara, «una realtà con doppio marchio che farà comodo anche e soprattutto ai tanti viticoltori trevigiani». In totale saranno 14 i punti vendita: «Accanto a questi abbiamo una squadra di più di 50 tecnici che seguono tutte le colture» commenta Gianluca Bianco, responsabile area commerciale Treviso, «dalla Docg del Prosecco alla Doc del Lugana passando per l’Amarone della Valpolicella». L’avvio della nuova società porterà in dote anche numerosi posti di lavoro: «Oggi l’azienda conta più di cento dipendenti dislocati nelle varie provincie del Veneto» spiega la responsabile delle Risorse Umane, Donatella Paquola, «in questi anni si è cercato di migliorare la gestione del personale condividendo metodologie e obbiettivi, perché siamo convinti che per essere produttivi bisogna avere una grande squadra. Punteremo molto sulle risorse giovani e continueremo a investire in formazione, non avendo risentito della crisi continueremo ad assumere».(a.d.p.)
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