Oleificio Medio Piave macchinari all’estero e causa contro il Comune
FONTANELLE. Procedono le operazioni di smantellamento dell’Oleificio Medio Piave, il complesso produttivo fallito nel 2015 e chiuso definitivamente due anni fa. Entro fine luglio tutti i macchinari che la curatrice fallimentare Barbara Vettor è riuscita a vendere a un privato iraniano partiranno alla volta del Medio Oriente, liberando la gran parte dello spazio occupato un tempo dall’oleificio. Sarà poi una ditta di San Polo ad occuparsi della rimozione di tutto il materiale ferroso contenuto all’interno dell’ex stabilimento produttivo. Terminata l’operazione, non dovrebbe mancare più molto tempo alla completa liberazione dell’area, sulla quale il Comune di Fontanelle vorrebbe creare una grande area verde che si potrà integrare al meglio con il contesto agricolo della zona.
Ma è questo, in qualche modo, a preoccupare la giunta guidata da Ezio Dan e la Regione, che sono state chiamate in causa dall’ex proprietario dell’Oleificio. L’accusa che il privato ha rivolto alle due amministrazioni è di avergli arrecato un danno nel momento in cui il Comune ha riclassificato l’area in cui sorge il complesso produttivo da industriale a verde, determinando un deprezzamento del valore del terreno pari a 3,5 milioni di euro. Ora Comune e Regione dovranno attendere il giudizio per sapere se dovranno effettivamente pagare quanto chiede loro il privato o se il giudice darà ragione alle amministrazioni pubbliche.
Il giudizio arriverà fra alcune settimane e il sindaco Ezio Dan per ora non vuole sbilanciarsi: «La vicenda è ancora lunga e non so come finirà», dice. Il Comune non ha nemmeno potuto accantonare qualche somma fra le pieghe del proprio bilancio per proteggersi nel caso in cui perdesse la causa: «Il consulente tecnico del tribunale si riunisce in questo mese e poi il giudice dovrà affrontare l’iter. Oltre a questo, la curatrice fallimentare dovrà fare le proprie osservazioni sulla parte economica. Ancora non sappiamo quale sia la cifra che ci verrà chiesta, dunque non abbiamo ancora accantonato nulla». Sul tavolo c’è il futuro di un’ex area industriale costruita in un piccolo paradiso storico-naturalistico, proprio di fronte alla meravigliosa Villa Galvagna Giol. È anche per questo che il sindaco aveva immaginato un futuro verde per l’area dove ancora oggi sorgono gli ultimi edifici che un tempo componevano il complesso dell’Oleificio. —
Niccolò Budoia
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