Likum chiude a Oderzo e Ponte di Piave, dipendenti in sciopero dal 24 al 26 settembre

Il 24 settembre presidio dalle ore 12 alle 14, sciopero di due ore giornaliere fino a venerdì 26 . Francesca Cagnola (Cgil): «Siamo inorriditi dalla freddezza con la quale è stata condotta questa operazione con la quale si lasciano a casa i 95 lavoratori di entrambi gli stabilimenti in tempi brevi»

Uno stabilimento Likum
Uno stabilimento Likum

Dopo l’incontro che ha avuto luogo lunedì 22 settembre tra i vertici aziendali, Sindacato e RSU, oggi 23 l’assemblea dei 95 dipendenti degli stabilimenti di Ponte di Piave e di Oderzo della Likum srl, recentemente acquisita dalla società rumena Fast Effectiv Solution 360 srl, ha deciso di indire due ore di sciopero giornaliero da domani, mercoledì 24, a venerdì 26 settembre. Inoltre, nella giornata di domani, dalle ore 12 alle 14 si svolgerà un presidio nel parcheggio, in località Levada, tra i due stabilimenti.

All’origine della mobilitazione e della protesta dei lavoratori e delle lavoratrici la volontà della proprietà di cessare l’attività, considerando anche l’ipotesi di dichiarare il fallimento, motivata dallo sfilarsi di quello che era un possibile annunciato e mai concretizzato acquirente.

A questo punto non ci sarebbe un minuto da perdere secondo il Sindacato per salvaguardare spettanze e reddito dei dipendenti, ovvero definire subito degli incentivi all’esodo e attivare quanto prima la cassa integrazione straordinaria fino al 31 dicembre.

«Siamo inorriditi – afferma senza mezze misure Francesca Cagnola della FIOM CGIL trevigiana – dalla freddezza con la quale è stata condotta questa operazione con la quale, artefice e complice il fondo di investimento Accursia Capital, si lasciano a casa i lavoratori e le lavoratrici di entrambi gli stabilimenti in tempi brevi. A fronte di questo trattamento ingiustificato e irrispettoso è necessario ora protestare e chiedere quantomeno un riconoscimento economico, oltre alla garanzia dell’ammortizzatore sociale».

«Se fosse impossibile scongiurare la chiusura chiediamo che si manifesti in chi di dovere senso di responsabilità nei confronti di tante famiglie e di una comunità che perde una sua realtà produttiva, chiedendo anche l’intervento delle istituzioni a tutti i livelli – aggiunge Francesca Cagnola».

L’astensione per protesta sarà articolata a fine turno o diversamente rispetto ai reparti produttivi.

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