Nuovo super macchinario per sconfiggere il tumore

Lo sguardo è proiettato sulla Cittadella della Salute. Il nuovo polo sanitario trevigiano conterrà il non plus ultra delle tecnologie per la cura dei tumori con i raggi X, capaci di distruggere le cellule neoplastiche senza danneggiare quelle sane. «Nella Cittadella avremo il quarto bunker dove sarà presente il nostro quarto acceleratore lineare di ultimissima generazione insieme alle attrezzature più sofisticate per il trattamento della patologia maligna complessa» spiega Alessandro Gava, direttore della Radioterapia Oncologica del Ca’Foncello che ogni anno segue 2. 000 nuovi pazienti.
NUOVE FRONTIERE
Il futuro acceleratore costerà 2, 4 milioni di euro e andrà ad arricchire l’attuale parco macchinari della struttura ospedaliera che vede in funzione al momento 3 acceleratori lineari per un valore di oltre 6 milioni di euro. «La sfida è investire nella modernità per avere una Radioterapia 4. 0, sempre al passo con i tempi» sottolinea a questo proposito il direttore generale dell’Usl 2 Francesco Benazzi. Con il nuovo ospedale si andrà ad implementare, ancor di più, la collaborazione tra specialisti, specie per affrontare i tumori rari dell’apparato cardiocircolatorio. «Penso alla sinergia con la cardiochirurgia per la gestione dei pazienti con diagnosi di mixoma, una forma poco diffusa di tumore del cuore, o con la neurochirurgia per il cancro del cervello. Più accresce la rete di professionisti più aumenta la sopravvivenza dei pazienti» aggiunge il direttore generale.
L’ANNIVERSARIO
Non c’è notizia migliore per festeggiare i 50 anni della Radioterapia di Treviso che saranno celebrati il prossimo 10 maggio con un convegno al Ca’Foncello. «In questo mezzo secolo di storia la rivoluzione in campo medico, scientifico e informatico ha cambiato il mondo ed anche la disciplina radioterapica» sottolinea il dottor Gava. Dalla “Bomba al Cobalto” del 1963 al trattamento radiante con sistema Igrt per la radioterapia guidata dall’immagine. «Oggi siamo in grado di somministrare dosi di radiazioni e di farmaco con una precisione millimetrica» prosegue il primario.
LA STORIA
La storia del reparto trevigiano è costellata di traguardi importanti. Tutto ebbe inizio con l’installazione di un apparecchio dedicato ai tumori superficiali e dell’utero, subito dopo l’avvento della “Bomba al Cobalto” che usa l’energia. Nel’69 il primario Pietro Patrese costituisce l’unità di Telecobaltoterapia e la Medicina nucleare viene munita della prima scintigrafia a colori per guidare la somministrazione delle radiazioni. Il professor Patrese avvia una stagione feconda con l’introduzione degli ambulatori di follow up che fanno di Treviso un’eccellenza nazionale. Poco dopo nascerà la Lilt, la Lega italiana per la lotta contro i tumori. Il primo acceleratore lineare arriva nel 1986 quando l’ospedale superò i 1. 000 pazienti l’anno. Il nuovo primario Pierluigi Zorat segue la strada tracciata dal predecessore e nel 1995 benedice la prima Tac in Veneto, che consente di vedere l’estensione del tumore simulando i trattamenti al computer. Nel 2008 il primario Gava rafforza l’applicazione delle linee guida per il trattamento multidisciplinare di tutti i tipi di tumore. —
Valentina Calzavara
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