Nuove chiusure in Galleria Bailo a Treviso. Restano due locali il resto è tutto vuoto

La crisi del commercio. Addio allo storico vetraio, alla parrucchiera e al Freddy’s bar È ancora sfitta l’ex Unicredit nel rione davanti al Comune
zago agenzia foto film treviso galleria bailo
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TREVISO. A dispetto dell’architrave di marmo con inciso il suo nome, la Galleria Bailo di monumentale ha solo il problema del disuso e degli sfitti.

Centralissima, sotto le finestre di Ca’ Sugana, a un passo da San Vito e dal Calmaggiore, non riesce a trovare vitalità e la fine dell’anno segna anche la fine di tre piccole attività che avevano provato a crederci. I primi di febbraio chiuderanno le vetrine dello storico artigiano incisore vetraio Sandro Barbieri che pure affacciava anche su via Inferiore e si era trasferito lì da San Leonardo (35 anni); ha già chiuso la parrucchiera Cinzia Colla che aveva aperto bottega sotto le vetrate della galleria; chiude il Freddy’s Bar che aveva aperto sulle ceneri dell’ex Exotic Bar, all’angolo del tunnel che collega via Municipio con via Inferiore e da lì in due passi si arriva a Calmaggiore.

Soffre la galleria ma soffre anche il resto del rione, che fatica a veder decollare le vetrine di via Inferiore così come quelle lato San Vito. Basti pensare all’ex Unicredit che è sfitto da parecchi mesi ormai dopo la chiusura della filiale. E vogliamo parlare della libreria Santi Quaranta? Altra chiusura.

«Ci sono troppi costi, e non parlo di affitti – che pure in zona vengono gestiti con onestà – ma di costi vivi per una piccola azienda», dice Barbieri, addolorato di dover abbassare serranda. Le ragioni sono ovviamente diverse per tutti, ma la concentrazione di “fine attività” in Galleria non può prescindere dai suoi annosi problemi di attrattività e ora la rende nuovamente un problema: un buco nero del centro.

A resistere solo lo storico ristorante messicano (che non a caso da un paio d’anni ha deciso di aprire un affaccio su via Inferiore) e il Dump, ritrovo della notte trevigiana che ha ottenuto successo grazie a una proposta alternativa fatta anche di tanta musica dal vivo. Ma attorno a loro c’è il vuoto, e pare un problema senza soluzione che ha dell’incredibile se si pensa alla grandissima disponibilità di metri commerciali vuoti tutti concentrati in un luogo a vocazione commerciale.

Ne sanno qualcosa anche i proprietari dei fondi delle altre gallerie cittadine: dal Quartiere Latino a piazza Borsa passando per l’ex Hesperia. Ambiti urbani anche di nuovissima concezione che però non funzionano, o funzionano a tempo. Le ultime scommesse sono quelle fatte nella galleria “del Libraio”, dove hanno da poco aperto un bubble bar e l’ufficio Eni gas-luce riempiendo due vuoti ma non c’è stato lo stesso ottimismo nella galleria commerciale del lato sud del Quartiere Latino, vuota, o in parte della galleria ex Hesperia, idem. Rilancio del centro? Per adesso è affidato ai privati che però oggi, dopo anni di aperture e chiusure, temono la scommessa. —

Federico de Wolanski
 

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