«Nessun rispetto per mio nonno, togliete il suo nome dal teatro»

La nipote di Mario Del Monaco si sfoga: «rigurgiti talebani dei signori nessuno,e complessi di inferiorità». E ordina: la statua sia tolta e mai rimessa
La statua di Mario del Monaco
La statua di Mario del Monaco

Una provocazione. «Toglietela e nascondetela». Poi la triste constatazione che nessuno è profeta in patria. Parole dure, durissime. Lei, Elisabetta del Monaco, avvocato trevigiano, nipote del tenore Mario del Monaco, con una lettera che trasuda un’indignazione per nulla celata, entra a gamba tesa nella polemica ingaggiata da quelli che lei stessa definisce «signori nessuno».

La statua di Mario del Monaco da piazza Borsa a via Diaz
La statua in piazza Borsa

«È ora di finirla con l’indecente balletto di proposte variamente formulate. Qualche sedicente uomo di cultura che anima campagne iconoclaste non si merita alcun apparentamento con un uomo di cultura vero, quale fu Mario del Monaco». Dopo l’anatema, la soluzione choc. Una sorta di damnatio memoriae che la nipote esorta ad adottare: «La statua sia tolta e non sia mai più ricollocata in nessun luogo: le iniziative di persone ingrate e ignoranti (nella accezione etimologica di chi ignora l’importanza storica e culturale di un grande artista) non meritano neppure un istante di attenzione». «Mario del Monaco», continua la nipote Elisabetta, «nacque a Firenze, studiò a Pesaro, elesse a sua patria di adozione Treviso: patria ingrata! In vita Mario del Monaco cantò da protagonista nei più importanti teatri d’opera del mondo. Dopo la morte gli sono state dedicate vie e piazze in molte città d’Italia; scuole di musica insegnano tuttora il suo magistrale metodo di canto; Mario del Monaco è una icona ovunque nota».

La nipote di Mario Del Monaco, Elisabetta
La nipote di Mario Del Monaco, Elisabetta

La lettera della nipote di Del Monaco
Placeholder

Poi l’amara considerazione: «Purtroppo qualche furbastro ha tentato di svilirne la fama con improvvide iniziative commerciali, ma questo è sovente il destino dei grandi: essere oggetto di speculazioni e venire dimenticati in Patria. Treviso, infatti, solo tardivamente gli ha dedicato il Teatro, conservandone peraltro l’aggettivo “Comunale” e, per iniziativa di un privato, ha consentito l’installazione di una statua in Piazza Borsa».

Dopo aver proposto di togliere per sempre la statua, Elisabetta auspica di chiudere i rapporti tra Treviso e il nonno: «Il Teatro torni a chiamarsi “Comunale”. Al Teatro Comunale (e - ripetesi – “Comunale”) di Treviso, Mario del Monaco si è esibito gratis: generosità, davvero mal riposta, che viene ripagata da una malevolenza comprensibile solo se radicata in un insopprimibile complesso di inferiorità».

(fa.p.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso