La lettera della nipote di Del Monaco

Dopo la querelle sulla statua lo sfogo di Elisabetta del Monaco, avvocato trevigiano, nipote del tenore Mario del Monaco: "togliete la statua, ma togliete anche il nome al teatro"

Mario del Monaco nacque a Firenze, studiò a Pesaro, elesse a sua Patria di adozione Treviso: Patria ingrata!In vita Mario del Monaco cantò da protagonista nei più importanti teatri d’opera del mondo, ebbe attribuite onorificenze dagli stati più diversi, fu ambasciatore della cultura italiana anche nei paesi oltre la allora “cortina di ferro” Dopo la morte gli sono state dedicate vie e piazze in molte città d’Italia; scuole di musica insegnano tuttora il suo magistrale metodo di canto; Mario del Monaco è una icona ovunque nota.

Purtroppo qualche furbastro ha tentato anche di svilirne la fama con improvvide iniziative commerciali, ma questo è sovente il destino dei grandi: essere oggetto di speculazioni e venire dimenticati in Patria.Treviso, infatti, solo tardivamente (molto tardivamente) gli ha dedicato il Teatro, conservandone peraltro l’aggettivo “Comunale” e, per iniziativa di un privato, ha consentito l’installazione di una statua in Piazza Borsa. Su i meriti (o demeriti) artistici di questa opera si è già scritto a sufficienza: d’altra parte non è che la piazza in questione si connoti per eleganza architettonica.Vi è da osservare che ormai la statua è divenuta parte integrante della città: scolaresche si fermano a vederla (e cosi facendo arricchiscono la loro cultura, sentendo parlare di lirica, di Verdi, dell’opera (“Otello”), turisti si fanno fotografare o si fotografano.

Ciò nonostante, periodicamente, si hanno rigurgiti talebani di alcuni “signori nessuno” che, in modo semiclandestino, ordiscono per trasferire la statua altrove, trascurando tra l’altro i rilevanti costi a carico della comunità (qualche decina di migliaia di euro?) di una tale operazione. Incerta è anche la proprietà della statua, poiché una richiesta in tal senso inviata in data 20.06.2014 alla amministrazione comunale ad oggi è senza risposta. E’ ora, però, di finirla con l’indecente balletto di proposte variamente formulate.

Qualche sedicente uomo di cultura che anima campagne iconoclaste non si merita alcun apparentamento con un uomo di cultura vero, quale fu Mario del Monaco. La statua sia tolta e non sia mai più ricollocata in nessun luogo: le iniziative di persone ingrate e fondamentalmente ignoranti (nella accezione etimologica di chi ignora l’importanza storica e culturale di un grande artista) non meritano neppure un istante di attenzione.

Nel medesimo tempo il Teatro torni a chiamarsi semplicemente “Comunale”. A Mario del Monaco, nel 1950, mentre interpretava Otello al Teatro Colon di Buenos Aires, fu richiesto di cantare al Festival Wagneriano di Bayreuth, con un telegramma nel quale, con riferimento al compenso, era scritto: “fissi Lei la cifra”. Al Teatro Comunale (e - ripetesi – “Comunale”) di Treviso, Mario del Monaco si è esibito gratis: generosità, davvero mal riposta, che – a distanza di anni – viene ripagata da una malevolenza comprensibile solo se radicata in un insopprimibile complesso di inferiorità.

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