«Nella Marca una massoneria qualificata»

Antonio Binni, Gran Maestro della Gran Loggia d’Italia: «A Treviso stretti rapporti di fratellanza»
BARBIERI AG.FOTOFILM TREVISO CONVEGNO LA GRANDE GUERRA TRA' LIBERTA' E UMANITA' ALLA SALA S. CROCE, IN FOTO ANTONIO BINNI IL PRESIDENTE DELLA LOGGIA
BARBIERI AG.FOTOFILM TREVISO CONVEGNO LA GRANDE GUERRA TRA' LIBERTA' E UMANITA' ALLA SALA S. CROCE, IN FOTO ANTONIO BINNI IL PRESIDENTE DELLA LOGGIA

«La massoneria e Treviso hanno un rapporto molto stretto. Tra i nostri iscritti ci sono trevigiani estremamente qualificati». Antonio Binni, avvocato civilista e Gran Maestro della Gran Loggia d’Italia, era ieri a Treviso per partecipare ad un dibattito sulla Grande Guerra. Tuttavia non si è tirato indietro dall’affrontare e descrivere un mondo, quello della massoneria, circondato ancora da molti sospetti.

Sono un centinaio i trevigiani iscritti alla Gran Loggia e le domande sono in continua crescita, come spiega Tullio Giacomini, noto a Treviso per il suo impegno sul fronte dell’handicap. Va poi specificato subito che la massoneria di Palazzo Vitelleschi, la Gran Loggia d’Italia, non è quella del Grande Oriente d’Italia, quella che partorì la famigerata P2 di Licio Gelli.

L’obbedienza della Gran Loggia d’Italia, guidata da Antonio Binni, ha tredici «Orienti» nel Triveneto: a Venezia, San Donà di Piave, Mestre, Padova, Abano Terme, Chioggia,Stra, Treviso, Conegliano, Vicenza, Verona, Trento e Rovigo. Sono quattro le logge della Marca: tre in città e una a Conegliano-Vittorio. Per circa un centinaio di iscritti (naturalmente escluso il Goi, di cui poco si sa). La Gran Loggia d’Italia a Treviso era nata proprio per un problema di numeri. Quelle attive (400 in tutta Italia, raggruppate in 172 “orienti”) vanno dai 19 ai 28 iscritti. «La massoneria può occuparsi di politica solo nella sua dimensione iniziatica», afferma Binni, «come la scienza che studia tutto ciò che attiene alla polis, al collettivo, al rapporto con gli altri con l’obiettivo di suggerire e proporre regole che rivendicano la loro ragione d’essere nei valori irrinunciabili. Siamo molto attenti al dibattito esistente nell’ordinamento giuridico, studiamo le questioni e proponiamo delle soluzioni, ma non entriamo nell’agone politico. Per noi la politica inizia con Platone e prosegue con Spinoza. Sono questi i temi sui quali ci misuriamo».

«A Treviso», aggiunge Binni, «la fratellanza è molto qualificata. E il rapporto della Gran Loggia d’Italia con il Veneto è molto stretto. Fatto questo dimostrato dalla circostanza che Luigi Danesin, in passato Gran Maestro, era veneziano». E il rapporto tra Veneto e massoneria è stato anche dimostrato dalla vicenda che ha coinvolto l’ex governatore Giancarlo Galan. Un paio di giorni dopo l’esplosione dello scandalo Mose, l’ex presidente della Regione aveva infatti scritto una lettera al suo Venerabile Maestro chiedendo di essere collocato «in sonno».

L’ex governatore Galan era iscritto alla massoneria del Gran Oriente d’Italia (Loggia 102 «Florence Nightingale» di Padova) dal 1987. E su questo tema però la distinzione è netta: «Il Goi è completamente diverso dalla Gran Loggia d’Italia, che si occupa soprattutto di aiutare il prossimo». Come dire, la loggia cui era iscritto Giancarlo Galan non era vera massoneria, ma un comitato d’affari.(g.b.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso