Nasce il “Cammino della vita” Fede, arte e verde lungo l’Ostiglia

Nel fine settimana cerimonia col vescovo Tomasi, Zanardo e i sindaci  Da Camposampiero a Treviso 14 stazioni (più una) e formelle “green” 
borghesi agenzia foto film treviso via ostiglia dialogo vescovo toma e padre ibrahim
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LA “NUOVA” VIA

La via verde Treviso-Ostiglia si arricchisce di spiritualità, suggestioni, arte. Il tratto dal convento di S.Antonio a Camposampiero al convento di S.Francesco a Treviso si trasformerà nel “ Cammino della Vita” scandito dalle 14 stazioni della Via Crucis, altrettante formelle in bronzo dello scultore veronese Alessandro Mutto, montate su una stele di pietra naturale dalla Terra Santa e accompagnate da citazioni di riflessione, religiosa e non (Dante, Dalai Lama, papa Francesco e Sepulveda tra gli altri). Le stazioni saranno circondate da siepi, “stanze vegetali” con elementi botanici simbolici in un intreccio tra arte, natura e Fede che accompagnerà i frequentatori della Treviso-Ostiglia per 35 chilometri di itinerario pianeggiante, da diverse ore a piedi (e 2 in bici): il progetto, promosso dalla neonata associazione “Il Cammino della Vita”, è stato presentato sabato all’Opendream, l’area ex Pagnossin acquistata nel 2015 dalla holding dell’imprenditore Damaso Zanardo. Sua l’idea di fare dell’Ostiglia una via di turismo religioso, avvalendosi del confronto con Luca Carniato, in pieno lockdown: hanno chiesto a Mutto di replicare le formelle già create per la Custodia della Terra Santa e collocate nel 2019 lungo la Via Dolorosa, fino al Santo Sepolcro. Da Gerusalemme, sabato, ha parlato padre Francesco Patton, custode di Terra Santa, poi il vescovo Michele Tomasi e il francescano Ibrahim Faltas, rappresentante della Custodia di Terra Santa, hanno dialogato.

C’è anche un accordo tra Regione, Province di Padova e Treviso, comuni di Camposampiero, Loreggia, Piombino Dese, Trebaseleghe, Morgano, Quinto e Treviso attraversati dal percorso. Coinvolge Ente Parco del Sile, Soprintendenza, Diocesi e il suo Ufficio beni culturali. Manca solo la firma: sabato il vescovo Tomasi ha benedetto la prima stele tra le suggestive architetture dell’ex stabilimento, sottolineando «il significato del parlare di anima e Fede nei luoghi di lavoro e turismo, in un momento così difficile». E ci sarà una quindicesima stazione in centro a Treviso, meta finale: una scultura inedita di Mutto, simbolo della resurrezione dell’umanità post pandemia. —



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