Musica in farmacia non paga i diritti: assolto
VILLORBA. La musica faceva da sottofondo in farmacia ma il titolare non pagava i diritti d’autore: finito a processo, è stato assolto perché era in buonafede e non sapeva che toccasse a lui versare l’obolo.
Protagonista della vicenda Vincenzo Mazzocato, titolare della farmacia di Carità di Villorba. Quella musica in filodiffusione era un delicato sottofondo per i clienti della farmacia. Secondo l’accusa della Procura, invece, era un vero e proprio «disegno criminoso»: il titolare della farmacia, infatti, non aveva pagato alla SCF Consorzio Fonografi qualcosa come 58 mila euro tra diritti e sanzioni. Un po’ come per la Siae, insomma – che il farmacista ha pagato regolarmente – solo che in questo caso non si tratta dei diritti d’autore, bensì di quelli di riproduzione. Sembra un cavillo, ma è un reato secondo una vecchia legge del 1941 (numero 633). Il farmacista, però, si è opposto al decreto penale di condanna e ha scelto la via del dibattimento processuale: assistito dall’avvocato Rossella Martin, è stato assolto «perché il fatto non sussiste». Ora anche la Cassazione, tirata in ballo dal ricorso presentato dal procuratore generale presso la Corte d’appello di Venezia, ha confermato l’esito delle sentenze di primo e secondo grado: il farmacista è stato assolto in via definitiva.
Nel mirino della SCF (e della Procura di Treviso) era finita, come detto, la “Farmacia a Carità Sas” del dottor Vincenzo Mazzocato. Il farmacista, per dare uno tocco lieto alla sua attività, si era affidato a un servizio di filodiffusione fornito da un’azienda piemontese. Una sorta di streaming musicale, insomma, ma senza pagare questa fantomatica tassa alla SCF. Da lì la contestazione della Procura per questi 553 brani diffusi “abusivamente” e il decreto penale di condanna da 450 euro. Il farmacista si è opposto e ha vinto. Una sentenza che farà giurisprudenza, perché altre farmacie si trovano nella stessa situazione. Per agevolare i titolari che diffondono o che vogliano introdurre musica nelle loro farmacie attraverso apparecchi radiofonici, televisivi o ricevitori collegati al computer, Federfarma ha sottoscritto una convenzione sia con la Siae che con Scf, con tariffe agevolate. —
F.P.
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso