Muraro: «Addio a Tosi resto a fare il presidente»

Il numero uno del Sant’Artemio scioglie le riserve: «Non mi candido con il Faro porterò avanti l’ente fino a fine mandato, nel rispetto di elettori e dipendenti»
Di Alessandro Zago

«Porterò la Provincia di Treviso a scadenza di mandato come presidente, nel 2016. E quindi non mi candido alle elezioni regionali del Veneto né con Flavio Tosi né con la Lega». Il presidente della Provincia di Treviso Leonardo Muraro, dopo due mesi di tiraemolla, avvicinamenti a Tosi contro il Carroccio e repentini ripensamenti, ieri, in una apposita conferenza stampa, ha sciolto le ultime riserve, dopo una notte insonne e in procinto di partire per una breve vacanza per scaricare lo stress.

Muraro ieri ha sciolto le riserve, ma non per fare il grande salto e passare dalla Lega al Faro di Tosi, magari tramite la sua Razza Piave, come più di qualcuno si attendeva. Bensì per piantare i piedi al Sant’Artemio, comunque da presidente leghista perché eletto con la Lega, per onorare gli impegni presi sia con chi lo ha votato alle provinciali che con il personale dell’ente, che ha di fronte mesi in cui verrà drasticamente ridotto per diventare nel 2016 ente di secondo livello, ossia guidato direttamente dai sindaci. «Ho deciso di rispettare il mandato che mi è stato assegnato dai cittadini trevigiani nel 2011», dice Muraro, «perché mi sento di essere un amministratore responsabile. Porterò dunque la Provincia di Treviso a scadenza come presidente, nel rispetto di chi mi ha votato, per accompagnare l'ente fino alle elezioni di secondo livello. In questo senso, ho scelto di restare vicino ai dipendenti che hanno bisogno di una figura amministrativa forte che li rappresenti in una fase difficile. Inoltre, sento anche un dovere morale nei confronti della giunta e dei consiglieri provinciali che, nonostante le difficoltà economiche, sostengono e garantiscono continuità a questa amministrazione e i suoi servizi».

Muraro però precisa: «Sono conscio che con questa scelta sicuramente perdo delle occasioni importanti per la mia crescita politica». La corsa appunto con Tosi, «ma poteva spuntare una candidatura alle regionali anche con le Lega», sottolinea sempre Muraro, «ma ho scelto con il cuore dopo un periodo di riflessione davvero sofferta, guardando al rispetto del mio mandato». E infatti c’è da dire che ieri il presidente Muraro, solo in sala giunta davanti ai giornalisti, era molto teso. Muraro non fa il grande salto quindi. E due sono le letture: correre per Tosi alle regionali non gli avrebbe garantito l’elezione. E quindi meglio continuare a fianco della Lega, anche se la corrente lealista del partito, tornata al comando, ha giurato di volersi vendicare di Muraro subito dopo la tornata di maggio. Lettura che però Muraro smentisce: «Tutti i capigruppi di maggioranza del Sant’Artemio mi hanno garantito sostegno fino alla fine». Seconda lettura: sabato scorso il segretario federale del Carroccio Matteo Salvini è passato a Treviso, e qualcuno dice che si sarebbe visto con Muraro per promettergli, in caso di elezioni politiche anticipate al 2016 con l’Italicum, un piazzamento sicuro in lista...

«Niente di tutto questo», replica Muraro, «non ho chiesto niente a nessuno e nessuno mi ha promesso nulla. La mia decisione è autonoma, mantengo fede al mio impegno amministrativo. Resto presidente dei trevigiani e ho rinnovato la tessera della Lega anche quest’anno. Ho fatto 25 anni in Lega. Ma se avessi guardato al domani forse avrei fatto anche un’altra scelta... È stata una decisione molto ma molto ma molto sofferta. Ma per il territorio non ho voluto correre alle regionali come prima avrei potuto correre per le europee. Farò come un panda, l’ultimo dei presidenti di Provincia». E il futuro della Lista Razza Piave? «Non è il tema della conferenza stampa». E se qualche assessore della giunta Muraro volesse correre con Tosi? «Esiste la libera scelta».

Però... «Se non ci fosse stata la rottura tra Zaia e Tosi, per la Lega sarebbe stata una passeggiata questa tornata elettorale».

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