Il sogno delle Mura di Treviso liberate dal cemento, l’imprenditore Gazzotti: «Facciamo un parco urbano»
L’imprenditore prende spunto dalla demolizione dell’ex scuola Stefanini e in un video virale lancia la sfida all’amministrazione per ripensare la cinta muraria: «Lasciamo il bastione com’era in origine, le medie siano ricostruite altrove»

La demolizione dell’ex Stefanini? Un’opportunità per la città per ripensarsi, a cominciare da quel gioiello che è la cinta muraria. Meglio, l’intero sistema bastionato pensato da Fra’ Giocondo. E disegnare, con un primo atto concreto, un nuovo, suggestivo parco urbano carico di storia e memoria proprio su quella sorta di trapezio che circonda ancora in gran parte il cuore della città.
Ne è convinto Luigi Gazzotti, imprenditore rotariano e meloniano. Da anni impegnato nelle battaglie per il recupero più integrale possibile del sistema bastionato del primo Cinquecento, con tanto di dossier e di collaborazione con le altre associazioni culturali ed ambientaliste della città, culminiate nel progetto di candidatura delle mura e del suo particolarissimo legame con le acque di Botteniga e Cagnani, a patrimonio dell’Unesco.
La scomparsa dello stabile scolastico, caduto sotto i colpi delle ruspe per le non programmate carenze strutturali che hanno complicato i lavori di ripristino hanno avuto l’effetto di sgomberare lo skyline del bastione. Visione che ha letteralmente folgorato l’imprenditore.
Gazzotti ha girato un video, davanti al bastione di varco Piave, a lato del Put, per lanciare un appello all’amministrazione comunale: «Sfruttate l’occasione, completate la demolizione degli stabili e create un parco, per lasciare il bastione com’era. Non più cementificato. E costruite altrove le Stefanini».
Il video dura poco più di 100 secondi, anzi 101. Una carica dei 101, verrebbe da dire. «Sembra un sogno, questo», esordisce Gazzotti indicando il bastione, «le mura di Treviso sono state liberate dal cemento che le aveva invase. Purtroppo ricostruiranno la scuola, ma guardate quant’è bello il nostro bastione libero e provate ad immaginare il parco circolare. Pensate cosa vorrebbe dire riprendersi il nostro parco, il nostro spazio, lo spazio della storia senza l’invasività contemporanea, dove per forza di cose bisogna cementificare ovunque anche vicino e sopra le mura, togliendo il fascino e la bellezza di quella che era l’opera di Fra’ Giocondo».
E poi, l’auspicio: «Speriamo che l’ amministrazione - lo so è una chimera, un sogno - ma io chiedo che la giunta ci pensi, e faccia la scuola altrove, perchè non è scritto da nessuna parte che si deve fare sopra il sedime cinquecentesco. Io voglio anche sognare, la molla con cui mi alzo la mattina. Provate, trevigiani, a sognare con me e con gli amici del sistema bastionato».
Il video è subito diventato virale nell’associazionismo cittadino che si batte per la tutela della mura – rilanciato in primis da Italia Nostra, con la presidente Paola Crucianelli – e che dà battaglia sui progetti più rilevanti e di impatto dell’amministrazione cittadina, a cominciare dal park Vittoria.
Non secondario - ma certo non legato direttamente alla sua proposta, avanzata da appassionato cultore della storia trevigiana e dalla sua insofferenza verso la cementificazione ed il consumo del suolo così vistosi a Treviso e dintorni – è anche il resto del biglietto da visita di Gazzotti. Perché è il referente cittadino per la cultura di Fratelli d’Italia, anche se non fa parte del nuovo direttivo, ed è stato anche il padre dell’Ombralonga.
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