Multa da 255 mila euro per Giuseppe De'Longhi
La Consob ha multato il patron del pinguino Giuseppe De' Longhi, una sanzione da 255 mila euro (il minimo) per non aver segnalato al mercato l'acquisto di azioni proprie, per 400 volte, nell'arco di un biennio tra il 2006 e il 2008.

Una sanzione tutto sommato modesta che avrebbe potuto essere di molto più salata: la
Consob
avrebbe potuto sanzionarlo per 25,5 milioni di euro.
L'authority guidata da
Giuseppe Vegas
ha accertato che
De' Longhi
, da presidente dell'azienda, ha omesso la comunicazione di «400 operazioni di acquisto e vendita, eseguite in un arco temporale di oltre due anni, per quantitativi e controvalore notevoli (quattro milioni di euro circa)».
La segnalazione è imposta ai «soggetti rilevanti» (come appunto amministratori, alti dirigenti, grandi azionisti) dalla normativa sull' «internal dealing» ed ha lo scopo di rendere nota al mercato l'operatività sul titolo di persone che, per la loro posizione, potrebbero essere a conoscenza di informazioni «price sensitive».
La mancata comunicazione delle 400 operazioni si è tradotta in 51 violazioni della normativa sull'internal dealing. La Consob ha applicato la sanzione minima, pari a cinquemila euro per violazione, in quanto ha escluso il dolo e ha riconosciuto a De' Longhi un comportamento «collaborativo e trasparente» nel corso del procedimento.
Una fortuna per l'imprenditore visto che, qualora fosse stata applicata la sanzione massima, pari a 500 mila euro a violazione, il conto presentato dalla Consob sarebbe salito a 25,5 milioni di euro.
I fatti, accertati dall'istruttoria Consob, hanno dimostrato che
Giuseppe De' Longhi
, nel periodo compreso tra il 12 luglio 2006 ed il 12 dicembre 2008, ha effettuato, tramite un intermediario di fiducia (un ex funzionario di banca trevigiano) circa 400 operazioni di acquisto e vendita sul titolo De' Longhi SpA.
Nessuna comunicazione alla Consob ed al pubblico sono stati fornite. Le azioni passate di mano sono state 1.346.240 in acquisto (per un controvalore pari a 4,6 milioni di euro) e di 127.103 azioni in vendita (per un controvalore pari a 600 mila euro). De' Longhi ha sostanzialmente ammesso la responsabilità.
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