Moschea in azienda e mediatori culturali: premiata la Stiga di Castelfranco

CASTELFRANCO. Dalla sala messa a disposizione in fabbrica come luogo di preghiera per i tanti lavoratori di fede musulmana, alla nomina dei “mediatori culturali” per fare da ponte tra azienda e dipendenti, parlando i linguaggi di 31 nazionalità. Alla Stiga, multinazionale che produce rasaerba e trattorini per il giardinaggio con quartier generale a Castelfranco in via del Lavoro, le pratiche per integrare i circa 260 lavoratori arrivati dall’estero sono iniziate dalla metà degli anni ’90, «quando la crescita era continua e non si trovava personale in Italia», spiega Massimo Bottacin, responsabile risorse umane del gruppo.
Con-fusione. Stiga, 466 milioni di fatturato nell’agosto del 2018, per il 2019 punta ai 480 milioni, ed è tra le realtà imprenditoriali virtuose della Marca selezionate da Fabrica per “Con-fusione”, la 36 ore di eventi no-stop che il 6 e 7 aprile animerà il centro creativo diretto da Oliviero Toscani con industriali, intellettuali e artisti che si alterneranno giorno e notte per raccontare gli aspetti dell’integrazione di oggi e di domani. «Per noi l’integrazione è una necessità - precisa Bottacin - non facciamo politica né marketing sociale». Con 280 lavoratori, Stiga è la più grossa azienda di Castelfranco, dove «la vera integrazione - sottolinea Franco Novello, direttore delle Operations - è avvenuta con la progressiva stabilizzazione delle persone arrivate dall’estero con contratti a tempo indeterminato sia in produzione che negli uffici. Molti hanno già portato qui le famiglie».
Moschea in azienda. Fra i 223 extraeuropei ci sono senegalesi, magrebini e tunisini, ma soprattutto marocchini, ecco perché, dal 1997, è stata messa a disposizione la sala per le preghiere data in gestione a personale di fede musulmana. «Nei momenti di pausa si mettevano a pregare dovunque fossero, con rischi per la sicurezza - chiarisce Bottacin - così è nata l’idea di mettere a disposizione un luogo dedicato».
Tra le attenzioni, l’adattamento del menu: in mensa, per chi ancora non parla bene l’italiano, si trovano le indicazioni in arabo sui piatti in cui può esserci il maiale, consentendo a tutti di orientarsi e trovare delle alternative. «Anche per comunicare le istruzioni sull’introduzione di nuove modalità operative abbiamo nominato dei mediatori culturali tra i lavoratori più integrati» aggiunge Novello. Sistemi che hanno permesso a Stiga «di non aver mai avuto alcun tipo di tensione, né quando le Torri Gemelle sono state abbattute ne agli anniversari dell'attentato». Il vero collante è il lavoro, che per Stiga «crea i presupposti per una corretta integrazione sia in azienda che nel territorio, dove la collaborazione con le istituzioni è stata massima».
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