Morto giù dall’autogrù a Monigo Il manovratore patteggia 18 mesi

Quel giorno maledetto era lui alla guida della gru dalla quale è precipatato e morto Vinicio Artuso. Per aver assecondato una richiesta dello storico custode dello stadio di Monigo, (violando le norme sulla sicurezza) Paolo Florian, dipendente della ditta Lorenzon, era finito a processo con l’accusa di omicidio colposo. Ieri, di fronte al giudice Silvio Maras, l’imputato (difeso dagli avvocati Claudio Beltrame e Damiano Danesin, del foro di Venezia) ha patteggiato un anno e sei mesi di reclusione, con la sospensione condizionale della pena.
Era il 3 aprile del 2013 quando allo stadio di Monigo è accaduto il terribile incidente, costato la vita a Vinicio Artuso: un volo di circa cinque metri da una gru non gli ha lasciato scampo. Dopo un anno di indagini, il pubblico ministero Francesca Torri aveva chiesto il rinvio a giudizio di Paolo Florian, l'uomo che manovrava il mezzo meccanico da cui è precipitato Artuso. Florian, dipendente della ditta Lorenzon, era allo stadio per riportare il mezzo al suo legittimo proprietario, la ditta Cofiloc. All'indomani dell'incidente, la Procura aveva aperto un'indagine per cercare di capire perché quella gru fosse stata azionata senza essere messa in sicurezza, e se, oltre al manovratore, ci potessero essere responsabilità penali. Il rinvio a giudizio per l’imputato era arrivato a seguito delle perizie realizzate per conto della procura dallo Spisal e dalla squadra mobile della Questura di Treviso. Dalla ricostruzione di quei tragici istanti era emerso che Artuso volesse verificare le condizioni di una recinzione sugli spalti. L'autotrasportatore, senza chiedere alcuna autorizzazione alla ditta proprietaria della gru, avrebbe acconsentito: ha caricato Artuso sul carrello e lo ha sollevato. Pochi attimi dopo, la tragedia. La gru si è sbilanciata ed è crollata sul fianco destro. Artuso, che non era legato alle apposite cinture di sicurezza, è stato sbalzato fuori dal carrello ed è volato al suolo battendo la testa con violenza. Il mezzo meccanico era allo stadio solo per motivi di visibilità del marchio, e non sarebbe dovuto entrare in funzione: la ditta proprietaria è uno degli sponsor del Benetton Rugby. L'operatore che ha manovrato il mezzo lo ha fatto «senza alcuna nostra autorizzazione», come avevano sottolineato alla Cofiloc, l'azienda proprietaria della gru, «era lì unicamente per procedere al ritiro del mezzo». Un comportamento che, secondo la Procura, ravvisava una precisa responsabilità penale per la tragedia. Da qui l'accusa di omicidio colposo costata un patteggiamento a un anno e mezzo di reclusione (pena sospesa) per Florian. La difesa, subito dopo la lettura della sentenza, ha sottolineato che, alla luce delle perizie svolte, di certo Florian (distrutto per l’accaduto), non poteva essere ritenuto l’unico responsabile della morte di Artuso. Per gli avvocati dovevano esserci altre persone sul banco degli imputati. Florian, dal canto suo, sta facendo di tutto per trovare il denaro per risarcire la famiglia della vittima.
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