Montebelluna. Medico introvabile, costretti all’ospedale

MONTEBELLUNA. «Alla fine ho dovuto portare mia moglie in pronto soccorso perché non riuscivo a farla vedere alla sua dottoressa di base»: la protesta è di Tommaso Martignago, che da sabato a lunedì ha dovuto affrontare un’odissea per far visitare la moglie e alla fine ha optato per il pronto soccorso del San Valentino anche se il caso non rientrava tra le urgenze di competenza di un pronto soccorso. «Per forza poi il pronto soccorso è intasato e le attese sono lunghe – dice – io ho dovuto portare lì mia moglie per avere una visita».
Tutto era iniziato sabato mattina, quando la moglie si alza con un forte mal di gola. Che fare allora? Telefonare allo studio medico dal momento che la dottoressa della moglie fa parte di una medicina di gruppo dove un medico lo si trova anche al sabato mattina. «Ma è stato impossibile parlare con la dottoressa o con uno dei medici dell’ambulatorio – spiega Martignago – prima ho parlato con la segretaria, poi con l’infermiera che mi ha detto di far prendere un Oki alla moglie ma con un medico è stato impossibile, mi rispondevano che era impegnato».
La mattina dopo però il mal di gola è sempre più forte. «A quel punto ho portato mia moglie alla guardia medica – prosegue Martignago – il medico l’ha visitata, le ha prescritto un antibiotico e ha detto di farsi vedere il giorno dopo dal proprio medico di famiglia». Cosa che lunedì mattina i Martignago hanno tentato di fare. «Ho telefonato, solita trafila di impiegata e infermiera ma la dottoressa non c’era, faceva servizio al pomeriggio e dovevano vedere se c’era uno spazio libero. Alla fine, visto che parlare con un medico e avere una visita era impossibile, l’ho portata al pronto soccorso. Lì è stata messa su una barella, le hanno fatto le analisi, l’hanno fatta visitare da un otorinolaringoiatra e hanno prescritto le medicine necessarie. Siamo rimasti sei ore in pronto soccorso».
E in effetti il certificato indica come ora d’ingresso le 13.23 e come ora di uscita le 19.08. Ma non è certo del tempo passato in pronto soccorso che si lamentano i Martignago. «La dottoressa del pronto soccorso ci ha detto che dal sabato al lunedì il pronto soccorso è intasato perché ci sono moltissimi accessi – prosegue Tommaso – ma è ovvio che succede così se è impossibile farsi visitare tempestivamente dal proprio medico di base. Ricevono per appuntamento, ma te lo danno dopo un giorno o due e se uno sta male vuole sapere subito cosa ha e che medicine prendere per guarire; anche parlare direttamente per telefono col medico è un’impresa, perché hanno messo dei filtri costituiti dalla segretaria e dall’infermiera e alla fine rinunci perché ti dicono sempre di richiamare. Questo nuovo sistema delle visite per appuntamento proprio non funziona, meglio i vecchi medici dai quali vai direttamente, attendi il tuo turno in ambulatorio e ti visitano». —
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