Incomac di Montebelluna, furto di dati e concorrenza sleale: scatta il sequestro
L’azione civile dopo la sentenza di condanna di un ex dipendente per furto di dati in seguito al ricorso della Big On Dry di Loria. Sigilli a migliaia di file e registri aziendali

Dopo la condanna in primo grado a due anni e nove mesi ai danni di Diego Volpato, l’ex dipendente dell’azzienda Big On Dry di Loria, accusato di aver prelevato e passato alla Incomac di Montebelluna file, progetti, programmi della società concorrente, la settimana scorsa all’interno dell’azienda montebellunese è scattato un maxi sequestro informatico disposto dal presidente del tribunale di Treviso.
Il sequestro
Per ore i responsabili giudiziari, più un tecnico informatico e il custode giudiziale nominato dal tribunale hanno copiato all’interno di hard disk puliti tutto l’archivio digitale della Incomac, società per cui oggi Volpato lavorava, e nello specifico tutto il materiale riconducibile al periodo in cui Volpato stesso, secondo l’accusa, avrebbe avvantaggiato la Incomac pur essendo ancora dipendente della concorrente Big On Dry (entrambe sono società attive nell’essiccazione del legno). Sono stati copiati e sigillati migliaia di file dal 2019 a oggi: il registro Iva di Incomac; le fatture emesse dalla società; il configuratore tecnico-commerciale di calcolo e dimensionamento degli impianti impiegato; le offerte commerciali fatte ai clienti e l’elenco dei clienti di Incomac a partire dal maggio 2019. Con questi le commesse realizzate dai vari agenti e i singoli nominativi, più tutta la corrispondenza e-mail inviata e ricevuta dall’indirizzo aziendale di Volpato in Incomac, oltre a una scheda Sim e a varia altra documentazione tecnica attestante i rapporti tra l’ex agente della Big On Dry e i clienti Incomac.
La causa civile
Il sequestro rientra nella causa civile milionaria avviata dalla Big On Dry, con l’avvocato Silvia Viaro, a seguito della vertenza penale aperta e vinta dalla società contro Volpato con l’avvocato Laura Bortolamei.
L’accusa è concorrenza sleale. Secondo l’ex azienda di Volpato, che chiama in causa dati di bilancio e nominativi di clienti della Incomac, l’impennata di contratti e affari della società montebellunese nell’area in cui già operava la società di Castione di Loria sarebbe diretta conseguenza della cessione di informazioni e documenti interni all’azienda fatta da Volpato nel 2019 quando passò dalla società in cui aveva lavorato dieci anni alla concorrente.
Una ricostruzione che la Procura ha sostenuto e il giudice riconosciuti nel gennaio scorso. Il danno civile ipotizzato al tempo della prima sentenza penale, superava i 6 milioni di euro, ma sarà ora il tribunale di Treviso a decidere nel merito. L’udienza dopo il sequestro è stata fissata per metà settembre.
Le pen drive con i dati
Contro Volpato anche quanto emerso durante una perquisizione domiciliare. Nella casa dell’ex rappresentante e responsabile di Big On Dry, già da tempo in Incomac, vennero trovate alcune pen drive di sua proprietà, un computer e un cellulare appartenenti a Incomac all’interno dei quali erano salvati i dati dell’azienda di Loria. Nelle mani di Volpato anche l’agenda clienti della sua ex società prelevata, secondo l’accusa, illecitamente, e utilizzata per far fare affari alla società di Montebelluna a cui indirizzava anche clienti storici di Big On Dry.
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