Montebelluna, il mistero dei nuovi affreschi a Villa Pisani

Erano stati collocati nel ’700 ma sembrano futuristi: pigmenti inviati a Padova. Oggi si inaugurano le visite dopo un anno di recupero costato 200 mila euro

TREVISO. L’università di Padova li daterà con certezza, la Sovrintendenza li studierà a fondo perché costituiscono un caso unico nel panorama delle ville venete affrescate e cercherà di attribuire loro un autore. Si tratta degli affreschi della sala a est del salone centrale di villa Correr Pisani dove sono emersi degli affreschi che hanno subito destato interesse negli studiosi.

La datazione

Appena emersi sotto l’intonaco si era pensato a pitture futuriste, poi la pulitura di tutte le pareti ha fatto emergere una data: 1732, e sopra una scritta dai caratteri orientaleggianti. Sono rappresentati palme e altre piante dai frutti insoliti e dei disegni geometrici che inizialmente avevano fatto pensare a un’opera futurista dei primi decenni del Novecento. Ci sono anche due grandi conchiglie, elemento classico nella pittura del ’600 e del ’700, pur insolite nei colori. «Per avere la certezza della loro datazione abbiamo inviato all’università di Padova frammenti di pigmenti blu e rossi e – spiega Mauro Vita, che ha eseguito i restauri – Inoltre la Sovrintendenza studierà a fondo questi affreschi perché non ne esistono altri esempi nelle ville venete». «Potrebbe essere una “stanza delle meraviglie” – aggiunge la direttrice del Memoriale Veneto della Grande guerra, Monica Celi – ossia di un ambiente per stupire gli ospiti».

Le altre opere

E subito dopo c’è un’altra sala, riemersa coi lavori di restauro: gli affreschi potrebbero essere ottocenteschi da temi marittimi di Venezia, del Nord Europa, dell’Oriente, ma potrebbe essere coeva alla precedente perché alcuni colori la richiamano. E lì ci sono anche due medaglioni, che potrebbero rappresentare Almorò Pisani e Isabella Correr. Non si conclude qui il percorso pittorico di Villa Correr Pisani, perché i lavori di restauro hanno riservato altre sorprese: a ovest del salone centrale è riemerso un ciclo di affreschi cinquecenteschi, con figure femminili e paesaggi, prospettive di piazze e rovine: «La tematica è quella del’500 – afferma il sindaco Marzio Favero – e questo consente di retrodatare l’origine della villa». Anche gli affreschi del salone centrale, gli unici che erano noti ed eseguiti nel ’600 da Faustino Moretti: sotto le allegorie delle quattro stagioni, ripittura successiva e tolta con la tecnica dello strappo, sono state recuperate le originarie figure di donne guerriere e la prospettiva data dai paesaggi sullo sfondo che era stata cancellata con le ripitture di epoca più tarda. «Adesso villa Correr Pisani, oltre a essere il Memoriale veneto della Grande guerra, ha un suo percorso artistico che va dal tardo Cinquecento al Settecento se non all’Ottocento, fa notare Favero. E come ulteriore perla si può aggiungere nella vicina vecchia chiesa di Biadene, l’affresco dell’Assunta, prima opera di Giovambattista Tiepolo. Sono costati 200 mila euro e un anno di lavoro il recupero degli affreschi di villa Pisani, oggi visibili a tutti perché alle 15.30 ci sarà la loro inaugurazione aperta a tutti.

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