Mogliano, vuoti a perdere I palazzoni abbandonati
Sedi pubbliche e private, impianti sportivi ed ex zone commerciali fiorenti Tempo e vandali non risparmiano nulla: i casi Apomt, Centro giovani, essicatoio

MOGLIANO. Piani urbanistici fallimentari, storie economiche e imprenditoriali sconfitte dalla crisi, cattiva gestione del bene pubblico, progetti faraonici. La casistica è ampia e variegata, il risultato è uno solo: l’abbandono, il degrado e i vandalismi. Dal centralissimo edificio dell’ex Mercato ortofrutticolo Apomt in via Toti Dal Monte all’ex essicatoio di via Casoni, dall’ex sede Spim in via Roma al recente malaugurato Centro Giovani di via Barbiero, passando per l’ex sala Banda affacciata sul Terraglio, l’ala sud delle scuole piranesi, villa Longobardi, l’ex maglificio Nigi, l’ex Veneland, Villa Testani (lasciata in eredità al Comune e ancora inutilizzata), la Torre direzionale di Pianeta Europa all’ex Sapim (piani di cemento completamente vuoti): a Mogliano continuano ad accumularsi vuoti urbanistici che si trasformano in obbrobri a cielo aperto. Una sfilza di ex: tante storie finite male, che lasciano solo spazio ai vandalismi e al progressivo degrado. I recenti atti vandalici che hanno semidistrutto le piscine Rari Nantes riportano in auge l’annoso tema dell’abbandono degli edifici. Alcuni si trovano in pieno centro, a due passi dalla stazione, dal municipio, dalle scuole; altri sono in mezzo al verde, nei parchi cittadini, nelle aree periferiche: sono i grandi “mostri” del contesto urbano. Ognuno ha la sua storia e non serve certo andare ai confini del territorio comunale, dove insistono i due macro capannoni dell’ex maglificio Nigi e dell’ex Veneland, per avere un assaggio di questo deprimente biglietto da visita cittadino.
Apomt.
Negli anni ‘80 era un fiorente luogo di commercio, con posizione strategica tra la stazione ferroviaria e il collegio Astori: ora è una piccola discarica a cielo aperto, un nido per topi e piccioni. L’Associazione produttori ortofrutticoli Marca Trevigiana (Apomt) oggi non esiste più (al suo posto Apovf), il suo punto vendita moglianese ha chiuso i battenti nel 2014. Ma tutta l’area rappresenta uno dei più complessi nodi urbanistici della città. Anche l’adiacente Despar ha ormai abbassato le serrande. Nei primi anni 2000 l’architetto moglianese Giuliano Giusto aveva elaborato un progetto di recupero. Mettere d’accordo il dedalo di proprietari dell’area non è facile. L’ultimo atto amministrativo dell’attuale giunta (delibera 145 del maggio scorso) punta a fare tabula rasa revocando tutte le precedenti soluzioni. Il futuro? Più che mai incerto.
Centro Giovani.
Fu inaugurato il 18 ottobre 2008 e chiuso nel gennaio del 2009, furono spesi oltre un milione di euro per progettarlo, costruirlo e arredarlo, ma è rimasto aperto al pubblico solo per pochi mesi. Immerso nel verde del parco delle piscine è stato preso di mira più volte dai vandali, imbrattato, si è allagato ed è stato protagonista di una delle operazioni contabili del Comune di Mogliano finite nel mirino della Corte dei Conti. Oggi (come l’ala sud delle scuole piranesi) è di proprietà di Spl, società interamente posseduta dal Comune, fallita un anno fa, nella mani del curatore Paolo Callegaro, nominato da tribunale.
Ex essicatoio
. Un’altra colata di cemento abbandonata da decenni. A due passi dal parco giochi dei bambini del quartiere est, in via dello Scoutismo, si erge la diroccata torre col tetto crollato. Nel 2005 doveva diventare sede di un avveniristico progetto di co-housing per anziani autosufficienti. Non se ne farà niente.
I tre casi non sono che la punta dell’iceberg. «Recuperare l’esistente», «Ridurre il consumo di suolo» questi obiettivi strategici più volte enunciati nei programmi dell’attuale amministrazione: se realizzati, potranno essere l’unico argine al dilagare di questi angoli di degrado.
Matteo Marcon
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