"Mio padre è morto, ma il Comune di Motta non ha ancora pagato i lavori da lui fatti 30 anni fa"

Mario Nicorelli, figlio dell’artista scomparso, chiede il saldo alla giunta. Il sindaco Righi replica: "Ho studiato la vicenda, non dobbiamo pagare nulla"

MOTTA. Lavori di restauro all’ ex scuola in via Albano, dopo quasi 30 anni il figlio dell’artista Nicorelli chiede il rimborso al Comune con un video di protesta. A quasi un anno dalla morte di Mario Nicorelli, spentosi a 88 anni, pittore, incisore e poeta, il figlio che porta lo stesso nome ha chiesto al Comune la restituzione della cifra utilizzata dal padre per ristrutturale l’ex scuola di Albano.

«Devo risolvere un problema con un intero Comune, quello di Motta di Livenza - ha raccontato Mario Nicorelli residente a Salgareda - circa un anno fa sono riuscito a incontrare il sindaco per esporgli la situazione. Nel 1994 la mia famiglia viveva nel palazzo storico “la Castella” di proprietà del Comune. L’amministrazione comunale dell’epoca decise di vendere la proprietà. A mio padre, che oltre a viverci aveva il laboratorio, il Comune propose come buona uscita di spostare la propria abitazione e di conseguenza lo studio e il laboratorio in un luogo che secondo loro era consono: l’ex scuola di Albano».

I lavori all'ex scuola

Un immobile chiuso da anni, essendo le scuole state trasferite nel capoluogo mottense. «L’edificio nel tempo era stato trasformato in una discarica abusiva - ha proseguito Nicorelli - l’accordo che che fu stipulato tra le due parti all’epoca prevedeva che la mia famiglia si facesse carico delle spese di ristrutturazione e di bonifica dell’area, mentre il Comune avrebbe riscosso l’affitto dell’immobile con un contratto che sarebbe stato sciolto nel caso in cui sorgessero nuove necessità tra le parti e con la restituzione da parte dell’ente pubblico delle spese eseguite dalla mia famiglia per restaurare un bene di sua proprietà».

A quasi un anno dalla morte del padre che ha trascorso gli ultimi mesi di vita in una struttura attrezzata e con l’abitazione disabitata da oltre un anno, Nicorelli dopo un primo incontro con l’amministrazione ha lanciato un ultimatum a quest’ultima per ottenere il rimborso delle spese effettuate dai genitori.

«Vorrei che quell’immobile fosse messo a disposizione per qualcuno di Motta di Livenza che ne ha bisogno- conclude Nicorelli - so benissimo che ci sono delle famiglie mottensi che vivono in luoghi non adeguati e che pagherebbero oro per avere una villetta con giardino per far giocare i figli. Il sindaco mi ha risposto che non è nel suo interesse. Ci siamo lasciati con la promessa che avrebbe preso una decisione, è passato quasi un anno dall’incontro e 30 giorni fa è stata inviata l’ultima raccomandata in cui si intimava una risposta, in caso contrario passerò tutto nelle mani degli avvocati».

La posizione del Comune

«È una vicenda nata ufficialmente nel 1994, quando l'amministrazione Vidi volle riqualificare l'ex palazzo Boccassin occupato da alcuni affittuari - spiega il primo cittadino Alessandro Righi - una storia lunga 27 anni, non non ho alcuna intenzione di sottrarmi al caso e voglio risolverlo definitivamente in tempi rapidi. Rimango personalmente basito dalle false affermazioni imputatemi dal signor Nicorelli. Ad ogni modo gli uffici comunali hanno analizzato la situazione e hanno appurato che, nonostante la grande stima e riconoscenza per il maestro Nicorelli, gli eredi nulla possono pretendere adesso dalla comunità mottense». —



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