Meschio, spunta un’altra centralina “No” di Legambiente e opposizioni

VITTORIO VENETO
È rotondo il “no” alla centralina sul fiume Meschio, in zona centrale, davanti all’ex Carnielli. Il 9 marzo, alle 11, si terrà una videoconferenza di presentazione del progetto: si tratta di un impianto idroelettrico a coclea idraulica presso la derivazione d'acqua. L’investimento è della società Serika e l’elaborato di Tecnostudio.
LE OSSERVAZIONI
Hanno già presentato osservazioni di contrarietà il Pd con Marco Dus, il capogruppo, Legambiente, le liste civiche Rinascita Civica e Partecipare. Siamo in presenza – si fa notare nelle osservazioni - di una procedura iniziata alla fine del 2016 che ha subìto vari intoppi a seguito delle ripetute richieste, da parte della Regione, alla società proponente di integrazione della documentazione presentata «che non può essere considerata sufficiente e adeguata nel superare gli elementi di criticità riconosciuti, anche in ordine alle eventuali interferenze della centralina con il piano di bonifica approvato»; procedura di cui la società stessa ha anche richiesto la sospensione. La ditta proponente dichiara che «le soluzioni adottate mirano a non stravolgere lo stato di fatto, rispettando la valenza storica del luogo, contribuendo anzi a migliorare le condizioni ambientali e igienico-sanitarie di un'area attualmente in forte degrado e in cattivo stato di manutenzione».
area inquinata
«Espressione alquanto semplicistica e superficiale dal momento che l'intervento è inserito in un sito inquinato, individuato tra i "siti prioritari" della Regione – ricordano i consiglieri Mirella Balliana e Alessandro De Bastiani - in nessuna parte della descrizione dell'intervento viene accennatoche si è in presenza di un sito inquinato da cromo esavalente per il quale è stato approvato un progetto definitivo di bonifica che non ha visto fino ad ora alcuna realizzazione (se non un intervento parziale limitato all'asporto dell'amianto presente nelle sole parti interne della struttura)». Il fatto che ora l'area sia stata acquisita da un privato non fa venir meno la classificazione del sito e tanto meno l'obbligo della bonifica. Anche Dus ricorda che su quest’area nel corso degli ultimi anni «c’è sempre stata una forte attenzione per il pericolo ambientale e per i rischi alla salute pubblica, come più volte evidenziato nelle numerose sedute del consiglio comunale». —
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