Mente sul tradimento Amante a processo per falsa testimonianza

Di fronte al giudice, davanti al quale si stava discutendo il divorzio del suo attuale compagno con la moglie, aveva cercato di nascondere che la sua relazione con quell’uomo andava avanti da diversi anni, già da quando il matrimonio era ancora in piedi. Una menzogna che rischia di costare caro ad una 50enne che è finita a processo con l’accusa di falsa testimonianza. Perché il giudice che, dopo averla ascoltata e aver capito che mentiva, ha deciso di inviare agli atti alla procura che ha proceduto penalmente contro la donna.

La storia vede come protagonista un facoltoso imprenditore 70enne, uno che ha fatto fortuna con le gelaterie in Germania. A fianco a lui, mentre diventavano ricchi, la compagna di una vita, madre anche dei suoi due figli, con cui è convolato a nozze nel 1997. Ma nel 2012 il legame si spezza. E la moglie accusa: «Lui ha una amante». Lei lascia la casa e dopo tre anni di separazione si arriva all'udienza per il divorzio, in cui la ex vuole che al 70enne venga attribuita la responsabilità di tutto perché le ha messo le corna.

Tutto succede nelle aule del giudice civile che si è occupato di mettere il sigillo legale sulla fine del matrimonio. I due si erano conosciuti, innamorati e hanno fatto due figli. Lavorando sempre gomito a gomito per far crescere l’attività di famiglia oltre confine. Nel 1997 la decisione di coronare l’unione anche con il matrimonio. Tutto è filato liscio fino al 2012 quando il rapporto tra i due si è incrinato, a dire della moglie a causa del tradimento. Per questo l’avvocato Maura Pessot che assiste la signora, ha chiamato a testimoniare, oltre alla figlia della coppia anche una conoscente ed entrambe hanno riferito di aver visto il marito traditore insieme all’amante nel gennaio e febbraio del 2012.

Il giudice, nella sua sentenza, dichiara che da tali testimonianze non è possibile desumere che la donna sia stata la causa della fine del matrimonio. Ma per la moglie non tutto è perso. O quanto meno non è persa la battaglia d’onore con la rivale. L’amante, infatti, chiamata in causa dal compagno ha dichiarato di averlo conosciuto solo nel 2013. Smentendo quindi le dichiarazioni non solo della figlia che potrebbe essere ritenuta di parte, ma anche della conoscente che, ha precisato il giudice, non aveva alcun interesse a mentire. E così la donna che, mentendo credeva di aiutare il suo amato, potrebbe ritrovarsi ora a fare i conti con un’accusa di falsa testimonianza davanti a un giudice. —

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