Melodi di Castelfranco, crisi nera da lockdown: «Fateci riaprire sennò falliamo»

CASTELFRANCO. Lasciati soli, senza liquidità e senza certezze per il futuro. Si dicono esasperati i gestori della discoteca Melodi che dopo l’annullamento dell’apertura esprimono tutta la loro amarezza e i timori per il futuro: «Rischiamo di dover portare i libri in tribunale».
«Eravamo pronti per mercoledì 16 settembre – raccontano i titolari – ma l’ennesima ordinanza ci ha tagliato le gambe. Il ballo non è più contemplato, neppure se controllato». Sono queste le parole che si leggono sulla pagina social della nota discoteca castellana, ben frequentata dagli amanti del liscio.
Le piste dal 22 febbraio sono vuote e lo rimarranno almeno per un altro mese, salvo l’emissione di nuove ordinanze che proroghino la chiusura dei locali da ballo oltre la data di riapertura, fissata per il 7 ottobre. «Prendi un programma come Uomini e Donne: accendo la TV e vedo persone che ballano con la mascherina. Noi non possiamo farlo, ma lì si può». Non nasconde rabbia e rammarico Gino Zorzi, che assieme al fratello Giuseppe gestisce la discoteca che il prossimo mese festeggerà 23 anni dall’apertura.
«È giusto farci chiudere per tutelare la salute pubblica, ma anche noi imprenditori e la nostra salute mentale va tutelata. Non ci è arrivato nessun aiuto. In questi mesi ci siamo arrangiati solo con risorse proprie ma ora non ce la facciamo più ad affrontare le spese di un locale di 3.300 metri quadrati.
Lì dentro ci sono gli sforzi e i sacrifici di una vita intera. Neanche il decreto liquidità che prevede il 25% di finanziamento sul fatturato per le aziende ha aiutato. Dalle banche dicono che la liquidità ci spetta ma che ce la daranno solo quando riapriremo. Un paradosso che ci ha messi in croce. Quando finiscono le risorse rimane solo una via: presentare i libri in tribunale e arrivederci».
È drammatica la situazione descritta dai gestori del Melodi, un locale che ogni stagione fa ballare fino a 160 mila persone. «Nel nostro locale c’è un divertimento sano. Il pubblico è adulto, va dai 27 agli 80 anni e la nostra sala principale è quella del liscio».
La questione distanziamento rimane uno dei nodi più difficili da sciogliere. «Si rimedia se tutti ballano con la mascherina. Riaprire in sicurezza è possibile adottando tutte le misure che sono in vigore per gli altri luoghi chiusi, ovvero gel, mascherine obbligatorie e distanza tra i tavoli. Bisogna tenere conto anche dell’indotto creato da un locale come il nostro. Ogni sera ci sono orchestre di otto persone, più il personale e tutti i fornitori. Vogliamo tornare a fare il nostro lavoro. La situazione è pesante economicamente e psicologicamente».
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