Melissa P. racconta il sesso a Treviso

Gigolò, case chiuse e club di scambisti nell’ultimo libro dell’autrice di «Cento colpi di spazzola». «Vi svelo tutti i tabù»
foto per Daniele Ferrazza
foto per Daniele Ferrazza

Ci risiamo. Alla fine, tutto ruota attorno al sesso. Treviso non fa in tempo ad archiviare l’ennesimo scandalo a sfondo sessuale (l’inchiesta sulle minorenni) che un altro tassello si aggiunge alla oleografia di questa città, costruita da «Signore e Signori» di Pietro Germi e mai più abbandonata.

Il nuovo libro di Melissa P., al secolo Melissa Panarello, la fortunata scrittrice di «100 colpi di spazzola» (esordio da tre milioni di copie vendute) parte da Treviso per raccontare «In Italia si chiama amore» (Bompiani Editori). Un viaggio nell’Italia gaudente e trasgressiva che prende spunto, sin dalla copertina (una foto dell’autrice seduta ai piedi di uno dei lampioni di piazza dei Signori), dalla storia dei due gigolò trevigiani balzati agli onori delle cronache qualche anno fa. Il Biondo e il Moro, due ragazzi che si offrono a un prezzo accessibile ad attempate signore, aprono il libro. Il Biondo e il Moro - scrive Melissa P. - «fanno sesso più volentieri per denaro. Consumano il tempo con signore bisognose di conforto, poi se ne vanno, dimentichi dell’incontro. Non si affezionano. Diffondono complimenti e rose ma poi scompaiono, come temporanei dispensatori d’amore. Le clienti, dicono, sono tutte soddisfatte». Melissa P. li ha intervistati, facendosi raccontare perchè, con chi e come lo fanno. Nello stile che ha consacrato l’autrice catanese, classe 1985, nella penna più seguita dagli adolescenti. «Prima di incontrarli – racconta Melissa P. – mi aspettavo due mascalzoni fieri del proprio uccello, felici di poter godere di più femmine al giorno. Ma il Biondo e il Moro sono autentici figli di questo pezzo d’Italia, fatto di contraddizioni e finta quiete, diviso fra bellezze neoclassiche e il ferro e lo stantuffo delle industrie popolate da immigrati pagati in nero».

Melissa P. descrive questa «città dal cielo di latte, con gli edifici del centro che paiono di marzapane». E poi si avventura in una lettura sociologica attraverso i protagonisti: «Nel paese del tutto è concesso, niente si dice, questa città del Nord Est pare una sorte di esempio. nella regione d’Italia con il maggior numero di locali per scambisti e sexy shop, i baby prostituti forniscono nuova carne per nuovi desideri, e le case chiuse offrono cosce calde tra cui riposare, dopo una giornata scandita da appuntamenti e riunioni del consiglio di amministrazione».

Il piatto, insomma, è nuovamente servito: fedele ricostruzione o scontato affresco da città del Commissario Pepe ?

Daniele Ferrazza

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