Master cancellato Fa causa all’università e ottiene il rimborso

Aveva trovato il master che lo interessava all’Università Cattolica a Milano. Si era iscritto e aveva pagato la prima rata. A Milano aveva anche trovato un appartamento dove stare durante gli studi. Poi però il master era stato cancellato per non aver raggiunto il numero minimo di iscrizioni e lo studente trevigiano ha deciso di fare causa all’Università chiedendo il risarcimento dei danni patiti per aver fatto invano affidamento sull’inizio del corso di specializzazione, essendo costretto poi a trasferirsi a Londra per frequentare un master analogo.
Così gli avvocati Luca Pavanetto e Federico Trevisiol di San Donà hanno citato l’Università Cattolica dinnanzi al tribunale di Milano. Il giudice, come spiega l’avvocato Pavanetto, ha ritenuto che l’Ateneo abbia violato il generale dovere di lealtà e correttezza in quanto, nel momento in cui ha comunicato l’attivazione del master, già sapeva che non era stato raggiunto il numero necessario di corsisti. Per questo ha condannato la Cattolica a risarcire il trevigiano con 5.000 euro pari al danno emergente, ovvero i costi sostenuti per la stipula del contratto di locazione dell’appartamento a Milano, e alle spese legali.
L’Università si è difesa sostenendo che si tratta di una prassi adottata da tutti gli Atenei italiani e che lo studente altro non poteva pretendere che la restituzione di quanto versato per l’iscrizione. «Il giudice ha dato rilievo al generale dovere di lealtà e correttezza che le parti devono osservare in ogni fase del contratto», spiega l’avvocato Pavanetto, «In particolare, secondo il principio di buona fede, le parti devono ottemperare ai doveri di avviso e informazione al fine di non suscitare falsi affidamenti». —
RUBINA BON
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