Kevin aggredito senza motivi: «Picchiato, temevo di morire»

Parla il ragazzo pestato a sangue da un gruppo di giovani a Maser. In consiglio comunale a Treviso ritirata la mozione della Lega per chiedere più legalità

Federico De Wolanski
Kevin Stangherlin, 18enne di Maser, vittima dell'aggressione
Kevin Stangherlin, 18enne di Maser, vittima dell'aggressione

«Sono scesi dall’auto, mi hanno detto “cosa fai qui da solo?”. Ho risposto “cavoli miei”, sono partiti con il tirapugni, i calci, mi hanno accerchiato e hanno sfoderato un coltello. Ho provato a fuggire, mi hanno inseguito e di nuovo mi hanno gettato a terra, e ancora calci e pugni. Erano in cinque».

Kevin Stangherlin, 18enne di Maser, vittima di una selvaggia e inspiegabile aggressione l’altra sera vicino alla chiesa di Maser, parla ai microfoni di Antenna 3. Sullo zigomo destro un cerotto a coprire una ferita e qualche punto.

«Credo fossero magrebini, anche se forse uno era dei Balcani, sono triste e ancora sconvolto, non mi capacito. Non sono pauroso ma in quei momenti ho avuto paura di non uscirne e di morire».

Un anno fa Kevin aveva rimediato un pugno da un ragazzo di origine marocchina, difendendo una ragazza dalle attenzioni non gradite del giovane. «Ma lui non c’era l’altra sera, non credo che i fatti siano collegati». Oggi torna a scuola, per la verifica di matematica.

La mozione sparita

In tema di sicurezza, ieri sera in consiglio comunale a Treviso si doveva votare la mozione della maggioranza. a presentarla il consigliere Nicola Torresan (Lega) e Giuseppe Basso (Lista Conte). Ma non ci è mai arrivata, stoppata in commissione per alcuni passaggi ritenuti impossibili da votare dalla stessa maggioranza. Uno di questi? Impegnare la giunta a il sindaco a «chiedere a gran voce assieme a sindaci e al ministro alla giustizia Carlo Nordio la modifica normativa del codice penale al fine di garantire la certezza della pena».

«In che senso?» hanno chiesto le opposizioni, «un controsenso in termini». Imbarazzo generale che dopo una seduta fibrillante della commissione pre consiglio ha indotto i due relatori a ritirare la mozione dal tavolo di palazzo dei Trecento dove ieri a incalzare sulla sicurezza in città, e sulla zona rossa, sono state le opposizioni.

«La sicurezza è importante per qualità della vita e servono risposte, la zona rossa non lo è» ha detto il consigliere Pd Marco Zabai, «sposta solo il problema altrove e allora cosa si farà? Una “zona rossa tour” spostando i controlli da una parte all’altra?». Di qui la critica: «Volete rilanciare e rassicurare via Roma e dintorni? Allora fate la riqualificazione che serve, coinvolgendo le associazioni, i circoli culturali del territorio, e sistemando anche ambiti cittadini come piazza Giustinian ridotta a parcheggio».

Sul tema anche Caterina Dozzo (Lista De Nardi): «Oggi i divieti e i controlli, domani? Quello che nessuno sta facendo è dare una prospettiva a questo provvedimento» ha detto la consigliera. «Durante questo periodo ad alta sorveglianza il Comune che intende fare per rilanciare l’area? Come valorizzeremo questo tempo per permettere alle persone di riprendersi lo spazio in modo corretto? Che succederà per la futura via Roma o per altre zone rosse dopo i quaranta giorni di divieti e controlli?». Domande che non hanno avuto risposta dai banchi della giunta e della maggioranza.

La battaglia sui park

E a palazzo dei Trecento non è mancata ulteriore polemica sul tema di mobilità legato alla possibile realizzazione del multipiano Cantarane per ovviare ai ritardi del maxi programma per l’interrato in piazza Vittoria. Compatta l’opposizione: «Avete perso anni senza fare nulla, se non aveste cestinato il progetto Cantarane immaginato da Manildo oggi la città avrebbe già molti parcheggi, potrebbe essere stata avviata alla pedonalizzazione e al rilancio per commercio turismo». La piccata replica dell’assessore alla mobilità e urbanistica Andrea De Checchi: «Visione parziale delle cose, già mesi fa avevo detto che i tempi del park Vittoria – che rimane in gioco – non sono coerenti con la necessità di dare risposte alla città in termini di parcheggi. Ogni opera deve avere copertura finanziaria. Noi siamo stati per anni vincolati alla mancanza di fondi per le scelte passate. Ora stiamo operando, colmando un ritardo di cui è responsabile la sinistra».

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso