Mario, argentino, lavora in Vaticano e sa tutto di Pio X

RIESE. È di Buenos Aires. Di secondo nome fa Mario. Lavora in Vaticano. Ma non è papa Francesco, anche se di papi se ne intende. Più di tutti, dal momento che Alejandro Mario Dieguez, 50 anni, nato nella capitale argentina, è uno degli archivisti che in Vaticano lavorano sulle carte segrete dei pontefici. Negli archivi segreti è entrato nel 1999, curando in particolare la figura di Pio XI. Ma non solo. Sa tutto e di più, ad esempio, di papa Sarto, Pio X, e non è un caso se Dieguez è stato nominato nel comitato per le celebrazioni del centenario della morte, che il prossimo anno vedrà Riese omaggiare il suo figlio più celebre. A lui, a Quirino Bortolato e alla studiosa trevigiana Antonella Stelitano si deve il recente libro olimpico sull'inedito carteggio con De Coubertin per le Olimpiadi a Roma nel 1908, poi tramontate per il veto del governo spaventato dai costi dell'operazione e dalla crisi economica. Per Alejandro la nomina di Bergoglio è stata un'emozione speciale: «Lo conosco bene, ma chi poteva imaginare che diventasse papa? Non figurava nelle previsioni degli esperti», a giorni di distanza il suo tono fa ancora trasparire tutta la gioia, « lui è davvero come si è rivelato al mondo: semplice, ama il contatto con le gente, e soprattutto con i più umili. Quante volte ha celebrato messa nella favelas, ha visitato i quartieri più poveri della capitale». Ma Alejandro è prodigo di anneddoti: «Una volta mia sorella se lo è visto comparire davanti all'auto, stava attraversando strada tutto solo... mi ha detto che era sorpresa, camminava come un viandante per raggiungere una parrocchia della periferia. E non era certo vicina...». Ma c'è un possibile contatto tra lui e papa Pio X? «Io lo vedo nell'essere entrambi dei pontefici molto semplici, come un parroco qualsiasi». (a.p.)
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso