Marilena Corrò è tornata a casa solo i figli e i parenti ad attenderla

Abbracciati sulla pista dell’aeroporto di Venezia, in attesa di mamma Marilena. Così, i figli della 52enne trevigiana Marilena Corrò, assassinata lo scorso 26 novembre a Capo Verde, hanno atteso ieri mattina il rientro in Italia della salma della madre. Sono passati 16 lunghissimi giorni dal giorno della sua morte, un periodo in cui i familiari – oltre al dolore per la perdita in modo così violento e tragico, la donna è stata colpita più volte con un oggetto contundente, probabilmente un martello – hanno dovuto aver a che fare autonomamente con le difficoltà burocratiche del caso. Oltre a quelle economiche, che hanno reso necessario uno specifico accordo con le autorità dell’isola che hanno concesso il rientro della salma in Italia nonostante la mancanza dell’intera cifra prevista per il rimpatrio, circa 15 mila euro. Nel frattempo la raccolta fondi avviata da alcuni amici di Marilena tramite Fb è cresciuta, raggiungendo i 7.000€. È stato un volo di linea proveniente da Capo Verde, dopo uno scalo a Lisbona, ad aver riportato a casa Marilena.

Ad attenderla i figli, i parenti più stretti della donna e qualche amico: nessuna figura istituzionale, quasi a rimarcare il solco che questa tragedia ha segnato tra la famiglia, a cui si sono fatti vicini spontaneamente tantissimi trevigiani, e le istituzioni stesse. «Ci aspettavamo qualche appoggio in più e maggiore vicinanza da parte delle istituzioni, ma ora siamo riusciti a riportare Marilena a casa» dicevano ieri i familiari. Familiari che ora, mentre il feretro di Marilena riposa nella camera mortuaria del cimitero di San Lazzaro, sono in attesa di fissare i funerali. Per l’ultimo saluto, tuttavia, dopo l’autopsia svolta sul corpo della donna a Capo Verde, andranno attesi anche gli accertamenti disposti dalle autorità italiane. —

A. B. V.

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