Madre e figlia trevigiane uccise a Rosolina Mare, caso riaperto e forse risolto dopo 22 anni

TREVISO. Un vero e proprio cold case, che parte da Rovigo (anzi, da Rosolina Mare) per finire a Paese dopo essere passato per Roma. Il Dna di un violento uxoricida nel frattempo deceduto è stato trovato anche su due donne uccise nel 1998 in Veneto.
Lui si chiamava Gaetano Tripodi, era un autotrasportatore e nel 2006 tagliò la testa all'ex moglie, letteralmente decapitandola a Tor Bella Monaca. Il copro di Patrizia Silvestri fu trovato in una stazione di servizio lungo la via Casilina: era il 3 maggio di quell'anno.
Tripodi venne inchiodato dalla Mobile di Roma grazie al Dma estratto da alcuni mozziconi di sigaretta lasciati sulla scena del crimine. L'uomo si dichiarò sempre innocente, i giudici non gli creettero: ergastolo.
Alcune settimane fa, la morte naturale in carcere a Forlì. Prassi vuole che, in questi casi, il profilo genetico venga prelevato e inserito in una banca dati centrale che esiste solo dal 2016 e che, appunto, concentra il Dna dei criminali italiano.
Un passo indietro. Otto anni prima. Nel 1998 Elisea Marcon e la figlia adottiva Cristina De Carli, entrambe di Paese, vengono barbaramente uccise a Rosolina Mare. le donne furono uccise con un corpo contundente e poi rapinate, la madre fu trovata dai Carabinieri all’interno del suo chiosco sulla spiaggia Ai casoni, la giovane figlia morì qualche giorno dopo in Ospedale ad Adria.
Del caso si sono occupati anche i Ris di Parma, il reparto specializzato dell'Arma esperto in Investigazioni Scientifiche. Il prelievo del Dna post mortem, e il confronto emerso nella banca dati, avrebbe collegato la presenza di Tripodi a Rosolina Mare, tracce che sarebbero sugli abiti delle vittime.
In passato, sempre per il ritrovamento di tracce compatibili, vennero indagate altre due persone originarie della Repubblica ceca, ma senza costrutto.
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